Così Parisi rottama Forza Italia. Via chi non è in linea con Silvio
Intesa con il Pd dopo il referendum
Stefano Parisi killer di Forza Italia. Ecco la verità sulla svolta voluta da Silvio Berlusconi.
L'ex Cavaliere - spiegano fonti azzurre - non può imputare a se stesso le sconfitte (come quella dolorosa di Milano proprio per colpa del suo nuovo delfino battuto da Giuseppe Sala) e quindi scarica le responsabilità sulla classe dirigente e sui colonnelli.
E ora Parisi ha il ruolo di liquidare (i renziani direbbero rottamare) tutti coloro che hanno avito la colpa di non dire sempre 'yes man' al capo supremo e che hanno osato mettere in discussione le sue scelte politiche.
"Berlusconi vuole un partito tutto nuovo, che potrebbe chiamarsi L'Altra Italia ma non è detto. Volevano farlo subito ma hanno deciso di attendere dopo il referendum istituzionale", confida ad Affaritaliani.it un big azzurro.
L'idea è quella di trattare con il Pd e con Renzi da posizioni di forza, ovviamente dopo la vittoria del alle riforme costituzionali, per far nascere un nuovo governo di larghe intese.
La strategia è quindi quella del Partito di Mediaset e di Gianni Letta che porta lontano da Salvini e dalla Meloni e che riavvicina l'ex premier, insieme a Parisi, ad Alfano e Verdini e quindi, in prospettiva a Renzi. Ma non tutti in Forza Italia sono d'accordo con la svolta di Arcore e con l'inciucio con Renzi e il Pd. Giovanni Toti, Altero Matteoli e Renato Brunetta sono tre calibri da novanta che potrebbero - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - non aderire alla nuova formazione politica di Berlusconi e Parisi. Dentro, invece, i "governativi" Paolo Romani e Mariastella Gelmini.