Politica
Csm,dubbi toghe sulla riforma Bonafede. Di Matteo: "Favorisce le correnti"
"Complessivamente non mi pare una buona riforma, dice il consigliere del Csm Nino Di Matteo, rispondendo a 'La Stampa' sulla riorganizzazione del Csm approvata venerdì dal governo. L'ex pm antimafia vede "la volontà di una reazione improntata alla velocità, per lo più apparente, e l'intento demagogico di dimostrare all'opinione pubblica di voler porre fine a fenomeni degenerativi nel Csm e in parte della magistratura. Ma senza individuare e intaccare le patologie: correntismo, collateralismo con la politica, carrierismo, burocratizzazione e gerarchizzazione degli uffici di Procura". Secondo Di Matteo, il sistema elettorale del Csm disegnato da Bonafede è "inadeguato alla soluzione del problema, può aggravarlo" perchè "a scapito di minoranze e candidati indipendenti, favorirà le correnti a più forte radicamento territoriale. Il cui potere, che non si esplica solo alle elezioni, non sarà scalfito senza riforme radicali".
CSM: ERMINI, CON RIFORMA BONAFEDE DIVENTA ORGANO BUROCRATICO
La discrezionalità del Csm ''viene ridotta, rischia di ''diventare un'organo burocratico, e la Costituzione gli dà tutt'altro rango''. Lo dice il vice presidente del Csm David Ermini in un'intervista a 'La Repubblica' sulla riforma del Csm del guardasigilli Alfonso Bonafede. Il sorteggio, secondo Ermini è ''un sistema inaccettabile'' e per le commissioni del Csm ''è proprio una forzatura". Se sia una riforma anti-inciuci e accordi sotto banco, dice Ermini, ''bisognerà verificare. Il problema è la scelta degli uomini. Questo conta per evitare gli inciuci. Di certo la discrezionalità del Csm viene ridotta, ma dentro un'assemblea collegiale gli accordi è fisiologico che ci siano. Il problema è che devono puntare ad elevare il livello della scelta, non al ribasso pur di rispondere a interessi di gruppo, perché in questo caso diventano inciuci. Insisto, il Parlamento avrà modo di migliorare la legge anche con il nostro contributo che sarà espresso nel futuro parere". "È positivo che oltre il 50% dei giudici sia composto da donne - sottolinea - Abbiamo finalmente una donna al vertice della Cassazione. È giusto che la parità ci sia pure al Csm. Oggi non c'è. Se il Parlamento e i giudici non lo fanno da soli, la legge deve obbligarli"