Politica

Cuperlo (Pd): “Dopo la vittoria in Sardegna viene meno il veto sul M5S”

di Antonio Amorosi

Dopo la vittoria del Centrosinistra in Sardegna intervista a Gianni Cuperlo, deputato e membro della direzione nazionale del Partito Democratico

Sardegna, la sconfitta del Cdx è il frutto dello sgambetto del Partito Sardo d’Azione, tagliato fuori col presidente Solinas, oppure no? Intervista a Gianni Cuperlo (Pd) 

Dopo la vittoria dell’alleanza sinistra-M5S in Sardegna, con l’elezione del nuovo presidente Alessandra Todde, abbiamo chiesto un commento a Gianni Cuperlo, deputato e membro della direzione nazionale del Partito Democratico.

Dopo questa affermazione ci sarà un'alleanza più stretta, M5S-Pd? 

"La destra non è imbattibile, si può affrontare con delle alleanze larghe e delle candidature autorevoli e la Sardegna lo dimostra. A destra, sono molto più divisi di quanto non vogliano far credere. Un'alternativa è possibile e anche chi aveva espresso fino ad oggi delle riserve comincia ad avere un atteggiamento più consapevole".

Tipo?

"Penso all'intervista di Carlo Calenda all’Huffington Post, quando dice che non andremo mai più da soli alle elezioni regionali, dopo l'esperienza della Sardegna e quella della Lombardia con la Moratti. E’ venuto meno quel veto nei confronti del Movimento 5 Stelle".

Quali sono secondo lei i veri motivi della sconfitta del centro-destra in Sardegna?

"Ci sono diversi motivi. L'autorevolezza e la credibilità di Alessandra Todde. Non era una candidatura calata dall'alto, come Renato Soru aveva denunciato. E c’era la necessità di un riscatto, dopo la peggiore giunta regionale degli ultimi trent'anni, quella guidata da Christian Solinas. Poi il cambio in corsa del candidato nel centro-destra, a dieci giorni dalla stesura delle liste, si è rivelata inadeguata al pubblico". 

Citava Solinas. Nelle segreterie dei partiti si dice che il voto disgiunto del Partito Sardo d'Azione di Solinas, non ricandidato alla presidenza della Sardegna, sia stato determinante per la sconfitta del centro-destra. Lei che pensa?

"Questo non lo so. Il voto disgiunto è permesso dalla norma regionale. Mi attengo ai dati politicamente più evidenti. Ha funzionato la nostra candidatura in modo veramente notevole, era molto più convincente e loro erano divisi, con alle spalle una legislatura pessima".

Secondo lei dal punto di vista sociale ed economico che cosa sta sbagliando la Meloni?

"Credo che stia sbagliando tutto. Siamo isolati in Europa, il nuovo patto di stabilità è stato scritto sotto dettatura franco-tedesca e penalizza il nostro Paese. Poi hanno fatto una manovra di bilancio da 30 miliardi, dicendo che la coperta era corta, però continuano a premiare i soliti noti, cioè i loro interessi a colpi di condoni e penalizzando ancora una volta di più donne, giovani, il mondo della precarietà, le pensioni, il tutto senza una visione di politica industriale, ma con oltre 60 tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo Economico, senza una risposta strategica per il destino del nostro Paese. Hanno tagliato il reddito di cittadinanza, hanno tagliato i fondi..."

Avrà fatto anche qualcosa di buono oppure è proprio un disastro?

"Sì, abbiamo ottenuto i 30 milioni della finanziaria per il contrasto alla violenza di genere e il bonus psicologo, però la propaganda su cui hanno costruito la loro immagine è quella di un governo che fa, gli interessi delle fasce sociali deboli, clamorosamente naufragata dopo poco più di un anno di governo. Rimane l'arroganza con cui esercitano il loro potere, ma mi pare che un certo numero di italiani stia progressivamente aprendo gli occhi".