Politica

Dal Pd a Iv, i ferri vecchi migrano in altri partiti ma nulla cambia

di Maurizio De Caro

In Italia tutti i politici sono pronti a salvare l'Italia, hanno la ricetta per risolvere i problemi economici, dei migranti, della magistratura, ma...

La politica italiana sempre più divisa,  i ferri vecchi si ricompongono in altre forme e in diverse formazioni ma nulla cambia 

E io mi faccio il partito. Tutti sono pronti a salvare il paese, loro hanno la ricetta per risolvere i problemi economici, dei migranti e della magistratura politicizzata, è nel dna italico che alligna, maligna, l’idea che “adesso ci penso io”,”ora vedrete come cambieranno le cose”. In questa frantumazione che ha portato al deposito al Viminale, come da prassi, centouno simboli c’è l’instabilità, la progressiva perdita d’identità, ma anche la presunzione che oltre alla risoluzione dei problemi della nazionale di calcio, ci riguarda, e riguarda gli scissionisti, i frazionisti e i correntisti, che da tutte le regioni del paese, non fanno altro che cercare distinguo, non essere d’accordo praticamente su nulla.

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C’è la politica trombata che fonda Forza Italia Adesso!, o l’ex banchiere che finalmente ha deciso di cambiare il paese creando il Partito democratico, ma veramente democratico, o l’ex-Sindaco che non crede più all’Europa, al welfare, ai sindacati e alle previsioni del tempo, "fake news for ever”, e il nome anglosassone del nuovo partito. Tutti contro tutti, con la sicurezza che lo "zero virgola qualcosa” possa essere un monito per i soliti partiti spartitori e colonizzatori di ogni “ciddia”, se non fossero così esuberanti si potrebbe prenderli sul serio, Calenda compreso, che almeno nel suo essere “pariolin-naif” sembra sincero.

Ma c’è qualcosa di più profondo in questa divisioni, in questa parcellizzazione che non promette nulla di buono, anche perché il tempo dei veti incrociati è definitivamente finito, ma il salto della quaglia è sempre un sport apprezzato. Nell’ultima legislatura ci sono state trecentoquattro giravolte, e spesso si fa fatica a comprendere l’assurdità dell’assenza di vincolo di mandato che prevede l’antico rito del tradimento, del pugnalamento alle spalle, se non la compravendita palese dei nostri (vostri) rappresentanti. Colpa di leader improbabili? di nuovi condottieri che ancora non riescono a credere di essere leader, sia pure dei penta-stellati ?

E la sinistra, sempre più sinistra dei Bonelli e Fratoianni e Signora, che minacciano di scindere l’atomo dei loro partitini che neanche Oppenheimer. Come dicevamo pocanzi la presunzione, il narcisismo italico non ha paragoni, e andate a rileggere l’improbabile e tragica parabola di Di Pietro, ormai per fortuna dimenticata sia quella di magistrato che come capo di Italia dei valori. Ma tante nubi oscurano il cielo limpido di questa estate infinita. Alemanno, intristito, il Fiorentino ultra-mobile, perfino la sensibile Elena Bonetti minaccia sfracelli se non si arriverà alla creazione del Centro, ircocervo di nobile stirpe ma di impossibile realizzazione, con questo materiale umano e politico.

E poi la lista è infinita e non mancano le sorprese, perché alcuni ex big della Kasta che è diventata a tutti gli effetti una Kastina, manovrano nell’ombra, e siamo terrorizzati dall’annuncio di Di Battista e di qualche altro esponente in sonno, magari Alfano, e già si allinea perfino Fini, prima di essere ricacciato e questa volta nell’oblio.

Politica attività difficile, faticosa con grandi soddisfazioni economiche, dicono alcune malelingue e con scarsa considerazione della massa degli sfigati-invidiosi, ma Renzi in questo campionato è il peggiore e il migliore di tutti, perché continua a voler fare( e in parte ha ragione) la sinistra usando la destra, una specie di Forza Italia Una Cristiana e Democratica, e ha ancora l’età pur essendo il politico più vecchio in circolazione, dagli scout a Palazzo Chigi.

Naturalmente non ci riuscirà perché sono pronti alcuni pezzi da novanta (Rosato, Lotti e la Bellanova) che creeranno altrettanti movimenti, centri studi e quindi presenteranno il loro simbolo, e naturalmente non cito il Pd che ormai è un formicaio di correnti, e raggruppamenti, da far venire il mal di testa a chiunque.

Questo gioco triste e insignificante manifesta l’impossibilità di descrivere il paese, o forse la sua naturale vocazione a non voler essere descritto, perché la destra-destra deve fare i conti con una galassia di sotto-partiti in incognito e la sinistra-sinistra con la sua estinzione, e forse ha ragione Bonaccini che vede il suo futuro da nonno, ma sempre con i Ray-Ban.

Cambiano i nomi, simboli e cambiano i tempi ma i ferri vecchi della politica si ricompongono in altre forme e in diverse formazioni, come a voler rassicurare che il cambiamento apparente, la novità nasconde sempre un ritorno alle origini, e se guardate il ghigno del Fiorentino vedrete, ma solo per un attimo, un altro ghigno che avevamo, da poco, dimenticato. Evviva questa Bella Italia.