Politica
"Dalla Lega mercato delle vacche". Affondo di Di Maio contro Salvini
Salvini: porte aperte a lealtà e coerenza in difesa dell'Italia
“Lealtà e coerenza nel difendere l’Italia e gli Italiani pagano, le porte della Lega che cresce sono aperte alle donne e agli uomini di buona volontà. Mai col PD delle tasse e dell’austerità, noi non cambiamo idea”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini a margine del dibattito sul Mes, di fatto, apre ai dissidenti del Movimento 5 Stelle. Ma chi sono i senatori che sarebbero pronti a fuoriuscire dal gruppo parlamentare pentastellato?
C'è Gianluigi Paragone che ha escluso il suo passaggio alla Lega e che ha votato contro la risoluzione della maggioranza a favore del Mes. Poi il senatore M5s Ugo Grassi non sarebbe il solo a passare nella Lega questo pomeriggio. Secondo quanto apprende l'AGI anche altri due senatori, ovvero il pentastellato Francesco Urraro e il senatore umbro Stefano Lucidi, starebbero pensando di passare nel partito di via Bellerio. Ieri Lucidi ha ribadito la sua contrarietà nei confronti del Mes mentre Urraro e' da tempo critico - cosi' come Grassi - sulla riforma della prescrizione che entrerà in vigore il 1 gennaio. Oggi i fari sono dunque puntati su Palazzo Madama, anche se al momento nessuno dei tre senatori ha annunciato di lasciare ufficialmente il Movimento 5 stelle. La decisione potrebbe essere pero' ufficializzata in giornata.
I tre senatori pentastellati - Lucidi, Urraro e Grassi - che, secondo voci sempre più insistenti al Senato, sarebbero a un passo dal lasciare il Movimento 5 stelle, non hanno votato la fiducia posta dal governo sul decreto Sisma, pur essendo presenti a Palazzo Madama. Secondo gli ultimi rumors, il numero dei senatori M5s che starebbero riflettendo se pronunciare o meno la parola 'addio', potrebbe salire anche a quota 5. Segnali forti di malessere dentro il Movimento arrivano anche dalla Camera, dove in 14 non hanno votato la risoluzione di maggioranza sul Mes. E i riflettori, al Senato, dove il premier Conte interviene sempre sul Mes, sono puntati sui banchi dei 5 stelle, per verificare se i malumori saranno maggiori rispetto ai 3-5 senatori considerati in bilico.
Le dichiarazioni dei dissidenti M5s al Senato
Grassi contro la risoluzione, non mi riconosco più in M5s
"Il parlamento non è stato informato per tempo sulle modifiche sul Mes con l'impossibilità di intervenire". Lo ha detto, in dissenso dal gruppo M5s, Ugo Grassi, che ha quindi annunciato il voto contrario alla risoluzione di maggioranza e ha concluso: "Constato di non riconoscermi più nelle politiche del Movimento".
Urraro vota in dissenso dal gruppo
Anche il senatore Francesco Urraro annuncia in Aula del Senato di votare in dissenso dal gruppo sulla risoluzione sul Mes della maggioranza.
Lucidi: “Disagio al Senato impossibile fare politica”
Quanto sta avvenendo sul Mes e prima sul voto di fiducia sul decreto Sisma, "è la sintesi di un percorso durante il quale molte persone hanno espresso disagio e malcontento", il gruppo M5s al Senato "è una pentola che bolle". Lo dice Stefano Lucidi, senatore M5s 'dissidente' che potrebbe lasciare i pentastellati, ai microfoni di Tagadà su La7. "Io non so che succederà nelle prossime ore", dice in merito alle possibili fuoriuscite, "ma in questo momento nel gruppo M5s del Senato non è possibile fare politica e quindi una decisione andava presa".
Governo, Di Maio: da Lega mercato delle vacche
"So che ci sarebbero voci di parlamentari che cambiano casacca e vanno nella Lega. E' la dimostrazione del fatto che quando Salvini ha capito che il governo va avanti e vuole fare le riforme, ha deciso di aprire il mercato delle vacche. Mi auguro che a questo mercato non partecipi nessuno. Ma e' evidente che dalla Lega stiamo assistendo a quello che faceva Berlusconi. C'e' un mercato delle vacche che la Lega sta provando a portare avanti, mi auguro che se ci dovessero essere gli estremi le autorita' giudiziarie possano verificare il tutto". Cosi' il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando con la stampa a margine della sua visita in Albania.
Mes, Di Maio: Italia non firmerà finché risparmi italiani non sicuri al 200% - "Abbiamo passato tutta la notte a trovare un punto di intesa nella maggioranza per evitare che il Mes venga firmato così com'è. Per quello che abbiamo scritto nella risoluzione di maggioranza, l'Italia non firmerà finché non sarà sicuro al 200%, cioè finché i risparmi degli italiani che sono in quel meccanismo, 14 miliardi di euro, non saranno sicuri al 100% e per questo a gennaio ci sarà un altro dibattito parlamentare e aspettiamo le riforme europee". Lo dice il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, incontrando i cronisti durante la sua visita diplomatica in Albania.