Politica
Delmastro condannato: "Sentenza politica, molti di quei giudici sono di sinistra"
Il sottosegretario, forte anche della difesa della premier Meloni, non si dimette
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Delmastro non lascia: "Farò appello". Le oposizioni attaccano: deve dimettersi
Andrea Delmastro Delle Vedove è stato condannato a 8 mesi per il caso Cospito e la rivelazione di "segreto d'ufficio". Il sottosegretario alla Giustizia, subito dopo la sentenza è stato difeso dalla premier Meloni che ha definito la sentenza "politica". Delmastro attacca: "Un dato di fatto - spiega il sottosegretario a Il Corriere della Sera - che il collegio fosse fortemente connotato dalla presenza di Md (la corrente di sinistra ndr) anche dopo la sostituzione di un componente avvenuta due udienze fa. Non lascio perché sono stato condannato dopo tre richieste di assoluzione della Procura, credo di essere nel Guinness dei primati. Non erano segreti di Stato né carte riservate. Da quel palazzo di giustizia sono uscite altre carte, invece, classificate "riservate" dai servizi segreti".
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"Le sentenze - prosegue Delmastro - non si commentano. Quelle politiche si commentano da sole. E questa lo fa. Ho sempre creduto nella giustizia e voglio ostinatamente continuare a farlo, attendo trepidante le motivazioni per proporre appello. Certo che ci sarà un giudice a Berlino". Il fatto risale a fine gennaio 2023 quando Delmastro passò al collega di partito (e coinquilino) Giovanni Donzelli la nota del Nic (Nucleo investigativo centrale) "con le trascrizioni delle relazioni di polizia penitenziaria sui colloqui intercorsi tra i detenuti Alfredo Cospito (anarchico detenuto al regime duro, ndr), Francesco Presta e Francesco di Maio".
Il resto, l'utilizzo della documentazione in chiave anti opposizione da parte di Donzelli ("Voi del Pd siete con lo Stato o con i mafiosi?") in Parlamento, è cronaca ed è stato uno dei punti analizzati nel processo. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio - riporta Il Corriere - si dice "disorientato e addolorato per una condanna che colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci". Ma è Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia a dar voce al sottotesto della maggioranza: "Dal tribunale di Roma una sentenza che ha il sapore della condanna più politica che giuridica". Le opposizioni in coro: "Si dimetta".