Politica
M5S, euro, Grecia e Salvini. Intervista a tutto campo a Luigi Di Maio
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Che cosa si augura che accada domenica in Grecia con il referendum e perché?
"Spero che ci sia una grande affluenza. L'esito lo decideranno i cittadini greci. Noi festeggiamo il metodo con cui un Governo decide le sorti dei propri concittadini. Se la riforma Fornero l'avessimo decisa così, avremmo fatto saltare la legge più vergognosa della nostra storia".
Pensa che greci e italiani starebbero meglio se tornassero a dracma e lira?
"Penso che starebbero meglio se la smettessero di subire le scelte dei governi che non hanno mai detto di voler aumentare l'età pensionabile. Altrimenti col cavolo che i cittadini li eleggevano. Per me la regola è che le cose importanti o le scrivi nel programma in campagna elettorale oppure le chiedi ai cittadini. L'euro l'abbiamo subito. Non l'abbiamo scelto. Così i greci con la dracma. Ma questo referendum non c'entra nulla con il dibattito euro/dracma".
E' possibile una convergenza con la Lega di Salvini sul no all'euro?
"Salvini è a corrente alterna. Un giorno vuole uscire, un altro vuole restare. Dipende dalla trasmissione in cui sta o dal giornale a cui rilascia la notizia. L'altro giorno ad esempio su Il Sole 24 Ore faceva l'europeista, mentre il giorno prima diceva che come primo atto da presidente del Consiglio dei suoi sogni, uscirà dall'euro. Io lo capisco, lui fa l'attore e a seconda del pubblico a cui parla, fa la sua parte. Ma non si può parlare di cose serie con Pippo Franco e la compagnia del Bagaglino in cui si è trasformata la Lega Nord. I loro esperti non consigliano il referendum. I nostri sì. Noi non vogliamo aspettare momenti 'caldi' per far decidere ai cittadini se restare nell'euro. Vogliamo dargli (se possibile) tutta la serenità per decidere, informandoli e approfondendo il tema. La scelta sarà degli italiani. Ma dobbiamo necessariamente farlo per capire che politica economica dobbiamo seguire in questo Paese. Sottostare ai diktat europei o andare verso un modello con banche pubbliche che prestano soldi davvero ad imprese e famiglie in difficoltà".