Politica

Almasri, Di Pietro con Meloni: "Nessun motivo per un processo penale a carico della premier"

L'ex pm di Mani Pulite ad Affaritaliani.it. Intervista

Di Alberto Maggi

"La ragion di Stato è stata in casi simili utilizzata moltissime volte. Non ravvedo nessun motivo per un processo penale a carico della presidente del Consiglio"

"Di fatto non è un avviso di garanzia ma una comunicazione della trasmissione degli atti al tribunale dei ministri, anche se il risultato non cambia molto". Con queste parole l'ex pubblico ministero di Mani Pulite Antonio Di Pietro spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it l'inchiesta su Giorgia Meloni e sul sottosegretario Alfredo Mantovano e sui ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri.

"Il punto chiave è se si tratta di una questione politica o di una notizia di reato. A mio avviso il governo farebbe bene a far valere la ragione di Stato e quindi non c'è alcuna materia penale. Tecnicamente il procuratore della repubblica iscrive nel registro degli indagati e trasmette gli atti al tribunale dei ministri, ma che indagini devono fare? Ormai è tutto chiaro sulla vicenda. C'è un signore sul quale si sa tutto, a mio avviso non sarebbero dovuto essere espulso e avrei preferito tenerlo agli arresti, ma la ragion di Stato è stata in casi simili utilizzata moltissime volte. Non ravvedo nessun motivo per un processo penale a carico della presidente del Consiglio, del sottosegretario e dei due ministri. E' solo una questione politica. Si può essere d'accordo o meno, ma il governo ha scelto di espellere questa persona e rimandarla in Libia. Discorso chiuso, è solo una questione politica e non penale", conclude Di Pietro.

Chi è Antonio Di Pietro

Antonio Di Pietro, nato il 2 ottobre 1950 a Montenero di Bisaccia (in provincia di Campobasso, in Molise), ha iniziato la sua carriera come funzionario di Polizia prima di laurearsi in Giurisprudenza e diventare magistrato.

Negli anni Novanta, in qualità di Pubblico Ministero presso la Procura di Milano, è stato uno dei volti più noti dell’inchiesta “Mani Pulite” (o “Tangentopoli”), che ha portato alla luce un vasto sistema di corruzione nella politica e nell’amministrazione pubblica.

Nel 1994 ha lasciato la magistratura e si è dedicato alla politica: è stato infatti Ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo Prodi (1996-1998) e, nel 1998, ha fondato il partito “Italia dei Valori”, dedicato soprattutto alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza nella Pubblica Amministrazione.

Con il suo partito è stato deputato e senatore, distinguendosi per la ferma opposizione al centrodestra di Silvio Berlusconi e per le battaglie in favore della legalità e di una giustizia più efficace. Negli ultimi anni Di Pietro ha diradato la propria presenza pubblica, ma resta una figura simbolo della lotta alla corruzione in Italia.

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