Politica
Dopo la morte di Berlusconi la Meloni non rischia: ecco i suoi angeli custodi
I due sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano lavorano di concerto con il capo di gabinetto Gaetano Caputi e il segretario Carlo Deodato
"Tranquilli, non ci pestiamo i piedi tra di noi", dicono ad Affari al primo piano di Palazzo Chigi. "Nessuno di noi concepisce l'incarico come posizione per contare", ci spiegano smentendo drasticamente qualche voce maligna che ha parlato di dissidi interni. Al contrario: informazioni condivise in tempo reale attraverso una chat interna, molta stima e amicizia tra i singoli. Diversamente dal passato quando magari il capo di gabinetto o il sottosegretario alla presidenza erano di un partito diverso da quello del premier ed era facile che ne nascessero rivalità e contrapposizioni interne al team.
Nessuno frequenta salotti, niente interviste "neanche sotto tortura”, una sana predisposizione per il low profile. Tratti insoliti in quel milieu romano, che hanno lasciato senza un aggancio e quindi a digiuno i consolidati circuiti del potere capitolino. Il capo di Gabinetto ha auto e autista assegnati dal ruolo, ma finora non li ha mai usati, preferendo arrivare a palazzo con la sua Smart.