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Draghi al Quirinale per gli auguri si prepara a diventare il padrone di casa

di Gabriele Penna

Cerimonia di fine anno al Quirinale per lo scambio degli auguri. Presente il premier Draghi che si prepara a diventare il nuovo padrone di casa

Quirinale, il premier Mario Draghi salirà al Colle per i tradizionali auguri di fine anno mentre continuano le manovre per il "conclave" di gennaio

È consultando l’agenda di domani di Mario Draghi che si mettono in fila le dichiarazioni del giorno dei vari esponenti politici e si tira il bilancio della giornata. Si apprende infatti che il presidente del Consiglio domani 20 dicembre alle ore 17.30 salirà al Quirinale per la tradizionale cerimonia di scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile. Prima ci saranno due appuntamenti importantissimi. Il primo alle 14 con il neocancelliere tedesco Olaf Scholz. Il secondo alle 16 con le sigle sindacali per discutere di pensioni.

Sì, è vero, gli auguri di fine anno al Quirinale sono un tradizionale appuntamento. Il premier – chiunque esso sia – non può esimersi. Sembrerebbe un evento istituzionale come tanti. Spoglio di signficati particolari. Ma stavolta è diverso. Non si può non tener conto che fra meno di un mese quel Palazzo potrebbe diventare la nuova dimora di Mario Draghi, con tanti saluti all’attico di viale Bruno Buozzi, ai Parioli, proprietà condivisa con la sua amata e fedele Serenella.

I leader di partito si affannano a dichiarare: “Draghi resti a Palazzo Chigi”, perché “l’emergenza sanitaria si aggrava” e “il Pnrr deve essere messo a terra”. Ma le sortite, invece di allontanare l’ipotesi di Draghi al Qurinale, l’avvicina. Perché? Perché più si accosta il suo nome al Colle e più si fa concreta la possibilità di bruciarlo davvero. Meglio che la convergenza su Draghi sia favorita nei giorni caldi che decideranno il futuro inquilino del Quirinale. E soprattutto i nomi messi in campo fino ad adesso non convicono fino in fondo. Da Silvio Berlusconi a Pierferdinando Casini.

Anche il leader della Lega Matteo Salvini, dopo l’uscita di venerdì su Draghi (“Io vado col Pd e lui se ne va?”), stamane aggiusta il tiro sul Corriere della Sera e assicura che non porrà veti a nessuno. Matteo Renzi invece, dalle colonne della Nazione manda messaggi criptici: “Serve un regista” l'altra volta “il mio Pd aveva meno grandi elettori di quanti ne ha oggi il centrodestra. Ma noi avevamo una strategia, andare alla quarta votazione, e un candidato poco conosciuto ma molto forte, Sergio Mattarella. Oggi la destra ha i numeri. Non mi pare che abbia però né una strategia né il candidato”.

L’altra frase sibillina se l’è fatta scappare il leader di +Europa, nonché membro della maggioranza, Benedetto Della Vedova: “A gennaio si discuterà di Quirinale non contro Draghi ma con Draghi, nella consapevolezza che questo potrebbe essere l'ultimo governo della legislatura”. Un dire-non dire che non lascia spazio a tante interpretazioni.

 

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