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Politica
Draghi al Quirinale, elezioni nel 2022. Per molti parlamentari "sarà così"
Salvini, Letta, Conte, Meloni
Lapresse

Scomposizione e ricomposizione del quadro politico. L'orizzonte politico, anche se tutti, destra e sinistra, ripetono che "è presto per parlarne", sono le elezioni in Parlamento del nuovo presidente della Repubblica. L'appuntamento nell'aula di Montecitorio per i grandi elettori è previsto per l'inizio del 2022, probabilmente la seconda settimana di febbraio. Ufficialmente, come detto, bocche cucite, ma dietro le quinte alla Camera e al Senato già da settimane si discute di scenari e ipotesi per il Quirinale. Il paradosso è che si stanno formando due coalizioni ben distinte e con obiettivi diametralmente opposti che spaccano gli attuali schieramenti di Centrodestra e di Centrosinistra.

La prima coalizione, maggioritaria nei numeri anche se di pochissimo, è composta dal Movimento 5 Stelle, dalla Lega e da Fratelli d'Italia. Conte, Salvini e Meloni hanno come obiettivo, per motivi ovviamente diversi, le elezioni politiche anticipate il prossimo anno e, di conseguenza, sono favorevoli all'elezioni a capo dello Stato di Mario Draghi. Al momento nessuno lo ammette, troppo presto per esporsi, ma nelle conversazioni private sia l'ex premier sia i due leader di destra hanno fatto ben capire di essere favorevoli all'ex presidente della Bce al Colle.

E' del tutto evidente che sarebbe impossibile, a quel punto, trovare un altro leader in grado di rimettere insieme l'attuale maggioranza eterogenea e variegata e quindi le urne in aprile o maggio sarebbe praticamente certe. Tanto che sia tra i pentastellati che nella Lega come in FdI sono in molto ad affermare, a microfono spento, che "la strada verso il voto l'anno prossimo è tutta in discesa". La coalizione opposta, quella che vuole arrivare al termine della legislatura nel 2023, è composta da Forza Italia, dal Partito Democratico, dai renziani di Italia Viva, da LeU e da tutti i gruppi minori presenti in Parlamento, da Coraggio Italia a +Europa passando per le minoranze e il Misto.

E l'unica strada per sbarrare la strada al voto anticipato è la rielezione di Mattarella al Quirinale, che consentirebbe a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi fino al 2023. Altre ipotesi, come quella della ministra della Giustizia Marta Cartabia, vengono escluse tanto da Pd e M5S quanto dal Centrodestra di governo. E così, salvo colpi di scena, si rischia di arrivare all'inizio del prossimo anno con la partita del Colle che spacca a metà gli schieramenti e ridisegna il quadro politico.

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