Politica

Draghi, governo più politico che tecnico. Chi vince e chi perde

Di Alberto Maggi

15 politici e 8 tecnici. Il governo Draghi è, di fatto, un esecutivo di unità nazionale con tutti dentro tranne Giorgia Meloni. Altro che ruolo marginale dei partiti. Le forze politiche entrano a pieno titolo e in ruoli importanti. 4 ministri ai 5 Stelle, 3 a testa alla Lega, al Pd e a Forza Italia e uno ai renziani e a Liberi Uguali.

Il Capo dello Stato ha preteso la riconferma, per garantire continuità, al Viminale (Lamorgese), agli Esteri (Di Maio), alla Difesa (Guerini) ma anche alla Salute (Speranza), vista la lotta alla pandemia, oltre alla Cultura con Franceschini, vero uomo forte del Pd.

I 5 Stelle dicono addio alla stagione di Conte ed escono sicuramente ridimensionati anche se salvano Di Maio alla Farnesina (con Patuanelli dirottato all'Agricoltura) e restano il partito con il maggior numero di ministri. Il Pd schiera solo uomini ma in dicasteri di peso soprattutto con Orlando al Lavoro. La Lega entra con Giorgetti allo Sviluppo economico, ministero chiave vista la crisi, e Salvini ottiene sia il Turismo con Garavaglia (altro dicastero importante nell'ottica della ripresa) sia le Disabilità (il leader del Carroccio aveva chiesto espressamente la reintroduzione di questo ministero) con la Stefani.

A Forza Italia tre ministeri (tutti senza portafoglio) con Brunetta alla Pubblica Amministrazione e due donne, Gelmini e Carfagna, in posti non secondari come gli Affari regionali e il Sud. Speranza, grazie anche a Mattarella, viene riconfermato alla Salute, nonostante gli errori sulla gestione della pandemia, e salva così l'unità di Liberi e Uguali. Bilancio magro per Renzi, l'uomo che ha mandato a casa Conte, solo le Pari opportunità e la famiglia con la Bonetti.

In definitiva Draghi è stato bravo a tenere unita una maggioranza eterogenea e infatti i primi commenti dei partiti di governo sono positivi. Questa però è l'ultima chiamata, la politica stavolta non può sbagliare. Anche perché questo non è un governo tecnico ma prevalentemente politico.