Politica
Elezioni 2018 Centrodestra, Quagliariello: la 'quarta gamba' così non va
Elezioni politiche 2018, caos per il Centrodestra 'millepiedi'
ROMA – C’è poco tempo per pensare alle feste natalizie: le due gambe berlusconiane devono saltare troppi ostacoli per la meta del tre per cento. La quarta gamba ufficiale sta già zoppicando da quando il professore Gaetano Quagliariello, ex ministro delle Riforme del governo Letta, si è sfilato dall’operazione 'Noi per l'Italia' e ci spiega il perché al telefono. E’ successo tutto in poche ore. La mattina dopo Quagliariello ha detto no. "Noi di ‘Idea, Identità e azione’, sappiamo dove andare: non abbiamo bisogno di un nuovo partito e possiamo tutt'al più accettare una federazione - spiega l’ex senatore alfaniano, che oggi riabbraccia Berlusconi - Non va bene un partito nato in una notte con Tosi, Zanetti, Romano e altri che avevano votato sì al referendum. Anche sulle unioni civili la posizione di quasi tutti è stata favorevole. In molti di loro hanno avuto posizioni di governo fino a poco tempo fa inconciliabili con le nostre posizioni. Era impraticabile fare un nuovo partito dalla sera alla mattina". Per il professore, dunque, si tratta di una scelta di coerenza. Secondo Quagliariello, l’elettorato potrebbe non capire la decisione di Raffaele Fitto di cambiare per la terza volta partito.
I fittiani da Conservatori e Riformisti, hanno preso prima la "Direzione Italia", per poi convergere in un "agglomerato di big in cerca di nuova fortuna", con 'Noi per l'Italia', senza alcuna certezza sulla meta del tre per cento. La quarta gamba come partito e non come federazione: questo è il problema più grosso per Quagliariello. E' proprio nei dettagli che si cela il problema. Restare tutti con lo stesso simbolo e con le proprie storie e radici è un conto, ma confluire in un nuovo soggetto è un altro. Le diversità, il giorno dopo la corsa al Parlamento, si faranno sentire non solo all'interno dei "partiti dell'ultima ora", ma anche in tutto il centrodestra, dove, con una battuta, Sgarbi ha sentenziato che l'idillio potrebbe durare solo sei mesi. E adesso cosa farà Quagliariello? E' interessante conoscere le sue mosse. Si diceva che dovesse correre direttamente in Forza Italia, ma lui smentisce.
"Continuerò a lavorare per una federazione cristiana - liberale e di destra. Potremmo raggiungere un accordo con l'Udc: ci sono in campo anche Sgarbi e Musumeci in Sicilia"- spiega Gaetano Quagliariello. Ma Cesa ha chiuso un patto con Berlusconi proprio con l'intento di mantenere lo scudocrociato: come farà l'ex ministro ad accettare un simbolo così lontano dalle sue radici? "Con due simboli e un patto elettorale ognuno manterrà integra la propria identità - risponde il professore - E' una cosa diversa una federazione da un partito". Le trattative trovano conferma nelle parole del senatore Salvatore Ruggeri, coordinatore pugliese e tesoriere nazionale dell'Udc: "Siamo al lavoro: da parte nostra c'è disponibilità verso Gaetano Quagliariello per raggiungere un accordo. Mantenendo i simboli si potrebbe fare".
Insomma, Udc possibilista per la costruzione di una quinta gamba, ma i sondaggi dovranno dire se il tre per cento è una meta facilmente raggiungibile, altrimenti all'ultimo secondo saranno sparigliate le carte e tutto potrebbe cambiare. Tra l'altro, bisogna mettere in conto che è ancora apertissima la partita dei collegi. Ai fittiani qualcuno ne vuole dare tre i tutta la Puglia. Nel leccese l'Udc chiede i suoi collegi uninominali e anche la Lega. In questi giorni, i neoleghisti Caroppo e Marti sono andati a Milano a chiarire la situazione dal loro punto di vista e avrebbero ricevuto le rassicurazioni che cercavano: una buona posizione nei listini proporzionali, ma anche un collegio uninominale. Dove sarà assegnato questo collegio nel Leccese, visto che i conti non tornano, non è dato sapersi. Anche perché si combatte una battaglia all’ultimo sangue proprio nel collegio di Lecce, dove il centrodestra domina, perché Forza Italia vuole metterci il suo candidato di punta, ma Fitto e Perrone lo vogliono a ogni costo. Da Roma arriveranno le sorprese, su questo non c’è dubbio.