Politica
Elezioni 2018, centrodestra: scoppia il caso del candidato pro coop immigrati





Elezioni Politiche 2018, centrodestra: la "candidatura incoerente" di Marco Fioravanti socio di una cooperativa per l’accoglienza migranti
I “panni sporchi” si lavano in famiglia e se non si può si lavano in pubblico. Questo è quanto sta accadendo a ridosso dal voto nel centrodestra del collegio Marche 1, zona Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto.
La vicenda riguarda la candidatura, all'uninominale della Camera, del presidente del Consiglio comunale di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, ex direttore ma attualmente socio della cooperativa Giocamondo che ha gestito immigrati richiedenti asilo in città (nell'Oasi di Carpineto).


Fioravanti già “battezzato” in un video su youreporter per la reazione scomposta ad un'intervista sull'argomento del cronista Maurizio Bargiacchi, ora viene fermamente criticato dai suoi stessi colleghi di centro destra.
Come fa il centrodestra a fare una politica anti “business dell'accoglienza” e candidare il socio della cooperativa che ha accolto immigrati?
Giocamondo, dopo le polemiche ha rinunciato formalmente alla gara per la gestione, ma non i soci, e lo stesso presidente che hanno aperto un'altra cooperativa, “Viva”, che le è subentrata nelle domande di gestione.
Ma non è finita qui. Fioravanti non ha solo beghe interne perché spulciando sul sito del Comune di Ascoli Piceno non viene pubblicata la sua situazione patrimoniale corretta, come stabilisce la legge. I cittadini devono poter conoscere la situazione economica, le proprietà e le eventuali quote azionarie di chi ha un ruolo istituzionale, per comprenderne il “giro di denaro”, al fine di evitare eventuali attività improprie. Non sarà certo il caso di Fioravanti. Il politico nel 2015 ha comprato una casa di 74 mq. Nella dichiarazione di trasparenza, sul sito del Comune di Ascoli Piceno, la sua casa però non compare. Lì ha anche la residenza. Lo afferma lui stesso ma non indica la variazione di patrimonio. (Guarda la gallery sopra in apertura)
“Come fa uno così a rappresentare il centro-destra e la Meloni?”, chiede Claudio Travanti, per 10 anni assessore all'ambiente di Ascoli con Forza Italia e nel partito dal 2002 (ora è federato con FI ma rappresentante di Gianfranco Rotondi). “Finché c'è Berlusconi resto in Forza Italia, ma dopo non lo so. Questa candidatura è a dire poco incoerente”, dice il consigliere comunale Umberto Trenta, già in passato eletto in Regione Marche e in Forza Italia dal 1994. Trenta è intervenuto così dopo la violenza sessuale subita da una tredicenne da parte di due immigrati ospiti dell'Oasi di Carpineto: “Nel gennaio 2017 avevo presentato un'interrogazione sui centri di accoglienza per immigrati, denunciando l'eccessiva presenza degli ospiti e stigmatizzando il cosiddetto 'business degli immigrati' perseguito da alcune associazioni e cooperative molto vicine ai politici della destra ascolana.”
Anche l'avvocato Giulio Natali, tra i fondatori di Fratelli d'Italia nazionale, ex consigliere regionale ma prima ancora in Forza Italia, ha parole esplicite: “Credevo in Fratelli d'Italia come alternativa al solito centro-destra ma me ne sono andato. Questa candidatura è una palese contraddizione in termini”. Lo stesso fa l'ex sindaco di Ascoli e oggi consigliere regionale di Forza Italia Piero Celani: “E' un enigma come questa candidatura possa rappresentare il centro-destra. A lei le conclusioni”.
Fioravanti si è sempre difeso, come ha fatto di recente sul giornale locale on line Prima pagina: “Ne sono stato in precedenza direttore (della Giocamondo, ndr) e ci occupavamo soltanto di turismo, di centri vacanza per bambini e famiglie. Quindi mentre a quel tempo, prima del 2014, ero socio lavoratore, dal 2014 sono solo socio (è in aspettativa, ndr). Non ho mai partecipato ad alcun Consiglio d’amministrazione e quindi non ho preso decisioni di qualsiasi genere. Quanto ai migranti, questo tema è stato preso in considerazione come attività nel 2015 e, tra l’altro, era stata costituita un’altra cooperativa per lo scopo.” Vero. Ma solo in parte. Con Affaritaliani possiamo mostrare un verbale della cooperativa dove Fioravanti compare dell'assemblea della Giocamondo del 04/05/2015, dove il presidente Stefano De Angelis scrive: "Il presidente comunica che nel 2015 l'attività di Giocamondo sarà tendenzialmente incentrata sul potenziamento dei servizi già in essere, inserendo, quale unica novità, la possibilità di occuparci dell'emergenza immigrazione ospitando minori o adulti (o entrambi) in strutture da prendere in gestione o affitto". Nessuna opposizione risulta da parte di nessuno. Travanti: “Ho mostrato il documento per mesi ad Ascoli ma tutti hanno fatto spallucce”.
Fioravanti oltre ad essere socio di Giocamondo ha anche quote azionarie della srl Idealtravel, partecipata di Giocamondo. Entrambe hanno avuto o hanno rapporti economici e convenzioni con il Comune di Ascoli Piceno e riconoscimenti dalla Regione Marche. In questi casi Fioravanti attesta correttamente la sua posizione societaria nella dichiarazione di trasparenza. Ciò che non risulta fino alle 18.00 del 1 marzo 2018 è l'acquisto avvenuto nel 2015 di un appartamento nel centralissimo Corso Giuseppe Mazzini ad Ascoli. Il fatto, per i motivi sopra indicati non è irrilevante, tanto più per un presidente del Consiglio Comunale e candidato al Parlamento. La normativa è esplicita in questi casi. Sussiste falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico qualora la dichiarazione non conforme al vero sia contenuta all’interno di un’autocertificazione, come ha anche spiegato la sentenza della Cassazione penale, Sez. V, sentenza 21 giugno 2011, n. 24866. Oltretutto con dichiarazione autografa, datata e sottoscritta da Fioravanti, violando l'articolo 483 del codice penale, commettendo una falsità ideologica in atto pubblico.
Per capire come mai sia accaduto questo abbiamo chiamato Marco Fioravanti in persona che ci ha risposto così: “Sulla casa ho presentato un'integrazione successiva che ho depositato al Comune. Non so perché sul sito non ci sia. Me lo dice lei ora. Chiamo il segretario generale del Comune”.
Abbiamo provato a chiamarlo anche noi, lasciando anche messaggi ma non c'è stato modo di parlarci.
In merito al verbale della coop Giocamondo Fioravanti afferma che ha solo partecipato all'approvazione del bilancio e che “non c'ero quando è stata fatta questa dichiarazione”.
Visto che è inserita nel verbale e il suo ex collega Travanti l'ha pubblicata in lungo e in largo su facebook attaccandolo di continuo, gli chiediamo che posizione ha sulle politiche della cooperativa Giocamondo e dei soci che gestiscono o hanno gestito rifugiati ad Ascoli. Fioravanti: ”Non do nessun giudizio sulla Giocamondo”: Ma scusi, non vede la contraddizione?, replichiamo. ”Non do nessun giudizio sulla Giocamondo. Io sono contro le politiche migratorie di Renzi e Minniti". Ma scusi... lei si candida a prendere i voti ad Ascoli e chi traduce sul territorio le politiche migratorie di Renzi e Minniti è stata Giocamondo e i soci....”Non do nessun giudizio sulla Giocamondo. Ci sono attacchi per dividere. Io voglio essere la voce che unisce in questo territorio. Sto lavorando sulle proposte non sulle critiche”. Quando gli dico delle affermazioni di Trenta mi risponde: “Trenta non è iscritto a Forza Italia”. Ma è sicuro? A me ha detto che è iscritto, guardi che è iscritto. Ma che... “No, Trenta non è neanche iscritto a Forza Italia”.
In serata ci segnalano che ad Ascoli sono affissi manifesti di Fioravanti senza committente responsabile. Ecco i manifesti. (Guarda la gallery sopra in apertura)
La vicenda Fioravanti è diventata un tormentone ispirando un remix musicale. Qui il video
Riceviamo e pubblichiamo i chiarimenti di Marco Fioravanti. I lettori potranno giudicare.
Rispondo con la serenità di un uomo che sa di aver sempre agito con correttezza e trasparenza al Direttore della testata online Affari italiani che ha pubblicato lo scorso 1 marzo l’articolo “Elezioni 2018, centrodestra: scoppia il caso del candidato pro coop immigrati” redatto dal giornalista Antonio Amorosi.
Dopo aver letto l’articolo sono rimasto stupito per quanto riportato.
Non riuscivo a comprendere il fatto di cui mi si accusava, ovvero della mancanza sul portale del Comune di Ascoli Piceno, nella sezione trasparenza amministrativa, della mia dichiarazione di variazione della situazione patrimoniale relativa all’anno 2016, poiché debitamente presentata all’Amministrazione comunale per la pubblicazione d’obbligo.
La cosa mi ha sorpreso non poco, considerata la fiducia nei dipendenti preposti a queste operazioni. Ed è a loro che mi sono subito rivolto per capire cosa poteva essere successo.
Nessuna omissione, nessuna reticenza; solo un mero errore umano che però (e dico fortunatamente) non è riuscito in toto a eliminare la prova della mia irreprensibilità.
Sì perché dal punto di vista informatico, non manomettibile, è possibile ricostruire tutte le attività di pubblicazione.
Per un errore di sovrascrizione, la dichiarazione contestata in cui dichiaravo l’acquisto dell’immobile in questione, è rimasta pubblicata per 9 mesi (dal 21 marzo 2017 al 19 dicembre 2017) sul portale del Comune. L’addetto alla pubblicazione, ricevuta una seconda dichiarazione ha sovrascritto la nuova sulla vecchia (pertanto, la mancata visibilità è stata di poco più di due mesi).
Non sono qui a enucleare le varie problematiche che i dipendenti hanno presentato per spiegare l’accaduto quanto invece a difendermi da un’accusa infondata.
Il Direttore della testata e l’autore del pezzo, meglio di me sanno che il giornalista, (sempre e a maggior ragione in questo delicato periodo pre-elettorale) è obbligato a rispettare il proprio codice deontologico e a dare la notizia nei limiti di verità, continenza e pertinenza.
Vedere una mancata pubblicazione sul sito di un Comune può fare la notizia, ma non le elucubrazioni successive e la denigrazione della mia persona: c'è un metodo consolidato ormai nella professione giornalistica che è quella di verificare le notizie soprattutto quando si tratta di denigrazione di un candidato nel giorno appena precedente il silenzio elettorale prima del voto. Io credo che si sia voluto dare ascolto a fonti poco attendibili, quanto meno, senza neppure sentirsi stuzzicati dal comune buon senso. Come potrebbe pensare un consigliere comunale, poi eletto presidente del Consiglio comunale, che un atto di compravendita immobiliare e quindi iscritto in un Pubblico Registro da un notaio non sia di per sé già a disposizione del pubblico? E in quanto tale questo documento notarile, perché lo stesso consigliere comunale non dovrebbe averlo dato al Comune perché lo inserisse facendo un upgrade dei dati patrimoniali dello stesso consigliere? Cui prodest? E' qui che potrebbe ravvisarsi il dolo nel non aver approfondito la notizia alla vigilia elettorale provocando un danno d'immagine grave, prevaricando il primo diritto/dovere previsto dalla Carta Costituzionale che è quello di eleggere da parte del Popolo italiano i propri rappresentanti in Parlamento. E come può dimenticare un giornalista professionista che il presidente di un Consiglio comunale è una cosiddetta “fonte ufficiale” e in quanto tale responsabile delle proprie dichiarazioni? Perché dunque, mi chiedo, il giornalista ha così tenuto in conto certe volgarizzazioni e non gli è sorto dubbio alcuno rispetto a quanto riferito da una fonte ufficiale? Perché tanta fretta nel pubblicare essendo un giornale web, quindi potendo attendere ancora qualche ora per verificare più puntualmente? Per quanto riguarda la non notizia aggiuntiva, con l’auspicio che un giornale come Affari Italiani si occupi di problemi più seri, ribadisco la mia massima contrarietà alla gestione dell’immigrazione portata avanti dai governi di centro sinistra in questi anni.
Candidato per il centro destra nel collegio Uninominale Marche 1
Dott. Marco Fioravanti