Politica
Elezioni 2022, la vicesegretaria Pd Tinagli: "Il 3% di Azione lo si recupera"
Secondo l'eurodeputata Dem, "dopo l'uscita di Calenda non c'è uno sbilanciamento a sinistra della coalizione"
La numero 2 dei Dem sminuisce la scelta di Calenda: "Con lui ho un ottimo rapporto, anche per questo sono dispiaciuta"
Irene Tinagli, vicesegretaria del Partito democratico, si dichiara “sorpresa e molto amareggiata. Soprattutto per il metodo con cui tutto questo è avvenuto” rispetto alla decisione di Carlo Calenda di stracciare l’accordo tra Azione e i Dem.
“Calenda - precisa la Tinagli al Messaggero - ha sempre saputo, sin dal primo giorno, che ci sarebbe stata una forma di accordo con loro, tant’è che, dopo una prima stretta di mano con Letta, ha voluto rinegoziare l’alleanza per definire alcune modalità del nostro accordo con Sinistra Italiana e Verdi, per esempio escludendo loro candidature nei collegi uninominali. Cosa che noi abbiamo accettato e rispettato. Lui invece ci ha ripensato nuovamente. Decisione francamente inaspettata dopo tutto l’impegno che avevamo messo nel discutere ogni dettaglio”.
“Gli ultimi sondaggi Ipsos pubblicati qualche giorno fa - spiega la vice di Letta - davano Azione al 3,4%, un risultato che certo sarebbe stato utile per la coalizione, ma non credo sia un gap impossibile da colmare da qui al 25 Settembre. Soprattutto se pensiamo che adesso il Partito Democratico resta l’unico grande partito in grado di porre un argine ad una coalizione di destra a trazione sovranista, antieuropeista e che propone un’idea di società che riporta l’orologio indietro di settant’anni. Penso che molti italiani faranno queste considerazioni.
Nessuno sbilanciamento a sinistra per il Pd, dopo l’uscita di Calenda, per due motivi - spiega Irene Tinagli: “Innanzitutto accolgo con piacere le dichiarazioni di +Europa, che considera ancora valido l’accordo con il PD e mi auguro che il dialogo con loro possa continuare con spirito costruttivo ed esito positivo. In secondo luogo ricordo che il Partito Democratico, sin dalla sua fondazione, è un partito di centro sinistra che parla con quei ceti sociali ed economici che hanno un’ispirazione più liberal democratica. Abbiamo radici importanti in quei mondi che ci danno fiducia e la prova concreta sono i risultati straordinari che il PD ha conseguito nelle ultime tornate amministrative nel nord Italia”.
Sulla possibilità di successo di un terzo polo, la vice segretaria Pd non ha dubbi: “sinceramente dubito fortemente che qualsiasi elettore di centrosinistra vada a votare per un partito che, di fatto, contribuirà a fare il gioco della destra e a “far diventare l’Italia come il Venezuela”, per usare le parole dello stesso Calenda che per me restano valide ancora oggi come l’altro ieri.
Resta lo spazio per esprimere un’amarezza personale, non solo politica, per il gesto inaspettato di Calenda: “Io l’ho incontrato tre giorni fa - racconta Irene Tinagli - abbiamo parlato di programmi, proposte, ho da sempre un ottimo rapporto con Carlo, e questo mi rende questa sua decisione improvvisa ancora più inspiegabile e difficile da digerire. La cosa che mi dispiace di più è che io sono convinta che questa mossa non gioverà a nessuno, neanche a lui. Ma adesso dobbiamo guardare avanti. Ho appena chiuso la riunione sul programma con i colleghi del Pd, abbiamo una straordinaria ricchezza di idee su cui sarà bello fare campagna elettorale”.