Politica
Elezioni 2023: ecco i risultati. C'è un chiaro vincitore, i numeri
Elezioni 2023, la proiezione: vittoria del Centrodestra. Bene il M5S e male il Pd. L'analisi e i numeri
CHE RISULTATO POTREBBE ESSERCI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2023?
A cura di Alessandro Amadori, sondaggista e politologo
Da quando si è formato il governo Draghi, sono avvenuti alcuni movimenti nelle intenzioni di voto, con variazioni non marginali e spostamenti da un partito all’altro. Se questi cambiamenti di breve periodo dovessero consolidarsi, e trasformarsi in veri e propri trend elettorali, che risultato si potrebbe avere nel 2023, ipotizzando che non avvengano altri “ribaltoni” a livello di maggioranza?
Con un metodo di analisi statistica previsionale, basata sui cosiddetti modelli di regressione, possiamo provare a rispondere a questa domanda, ed esercitarci appunto in una proiezione previsionale. Si tratta naturalmente di un esercizio teorico, e di qui al 2023 moltissime cose potrebbero succedere. Tuttavia, statisticamente parlando, se i trend osservati negli ultimi due mesi in qualche misura permanessero per i prossimi due anni, si potrebbe avere nel 2023 uno scenario di questo tipo:
Partito |
% |
M5S |
21 |
Pd |
15 |
La Sinistra |
3 |
Azione |
4 |
IV |
2 |
Totale |
45 |
Lega |
25 |
Fdi |
19 |
FI |
7 |
Totale |
51 |
Altri |
4 |
TOTALE |
100 |
In pratica, avremmo un rafforzamento del M5S attorno al 21 per cento, con il Pd in calo invece al 14 per cento, e le forze minori di centro-sinistra, nel loro complesso, al 9 per cento. Un’eventuale area unitaria “progressista” raggiungerebbe dunque nel suo insieme il 45 per cento dei consensi.
Dall’altra parte, la Lega a sua volta si consoliderebbe attorno al 25 per cento, seguita da una Fdi molto tonica al 19 per cento. Forza Italia manterrebbe il suo bacino, stimale all’incirca nel 7 per cento. Così, il “blocco conservatore” nel suo insieme farebbe il 51 per cento, sei punti sopra il concorrente “blocco progressista” (usiamo questi termini come analogie). Nel residuale 4 per cento confluirebbero le forze minori.
Come detto, questo è solo uno scenario ipotetico che deriva da un’analisi statistica sulle intenzioni di voto registrate dai vari istituti nel corso degli ultimi due mesi (meta-analisi e analisi di regressione), e va preso appunto solo come un’ipotesi di lavoro. Però l’indicazione emergente è abbastanza chiara, e ad essa potrebbero attingere le forze politiche per prepararsi alla sfida del 2023.