Elezioni amministrative: nel M5s è resa dei conti. "Chi ha sbagliato paghi" - Affaritaliani.it

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Elezioni amministrative: nel M5s è resa dei conti. "Chi ha sbagliato paghi"

Marco Zonetti

Dopo il flop alle elezioni comunali, fra i grillini c'è smarrimento ma anche voglia di rivalsa contro chi ha abbandonato le lotte per "mercanteggiare"

Il flop alle elezioni amministrative ha scatenato un autentico putiferio all'interno del m5s e già volano gli stracci fra i grillini. Lo scrive Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera: "La frattura tra ortodossi e pragmatici — esacerbata dalle tensioni sulla trattativa per la riforma della legge elettorale — potrebbe trasformarsi in scontro".
Seguendo passo dopo passo gli exit poll e lo spoglio, i parlamentari pentastellati appaiono sgomenti, anche se cercano di sdrammatizzare. Qualcuno azzarda: «Paghiamo il distacco dalle lotte che ci hanno contraddistinto: ci siamo messi a mercanteggiare senza ottenere nulla, se non perdere credibilità tra chi ci sostiene». E Buzzi scrive: "Qualcuno guarda già oltre e chiede apertamente che per la prossima legislatura gli over 40 possano essere candidati anche a Montecitorio (in questo momento le regole interne al Movimento non lo consentono) perché «ci sono troppo immaturi» alla Camera".
E quell'immaturo non citato direttamente potrebbe essere proprio Luigi Di Maio, responsabile degli enti locali per il M5s, e oggi più che mai nell'occhio del ciclone assieme agli altri "colpevoli" dello scempio, Virginia RaggiBeppe Grillo, principale personaggio nel mirino degli scontenti grillini, sul quale pesa la condotta tenuta con Federico Pizzarotti nonché con Marika Cassimatis. Le débacle di Genova e Parma sono due conseguenze non indifferenti della linea autoritaria del capo politico ex semplice megafono.
"Insomma, la polveriera pentastellata potrebbe scoppiare nelle prossime ore" commenta Emanuele Buzzi. "Quello che è certo è che il risultato potrebbe frenare eventuali nuovi blitz (non esclusi) sulla legge elettorale. Che le aspettative non fossero elevate — almeno nelle città capoluogo di regione — lo si era già intuito a urne aperte. Beppe Grillo in giornata aveva cercato di spostare l’attenzione dalle sfide principali nei capoluoghi. «Il Movimento 5 Stelle è presente con le sue liste in 225 Comuni ed è la forza politica nazionale più presente a questa tornata, il Pd infatti si presenta con il suo simbolo in appena 134 comuni», aveva scritto su Facebook."
E al seggio genovese, munito di cafonissimo casco forse in previsione della gragnuola di macigni che gli sarebbe precipitata addosso, l'ex comico aveva riesumato il suo antico cavallo di battaglia dell'attacco ai giornalsti: «Voi dovete stare fuori da questa Repubblica, dovete sbloccare la democrazia andando in un altro Paese».
Angelo Tofalo, deputato M5s, invita oggi a spegnere le TV di regime e andare nelle piazze. Quelle stesse TV in cui i grillini imperversano e quelle stesse piazze sempre più deserte, alle quali si sono affiancate urne altrettanto vuote per il M5s.

Nel frattempo Vito Crimi esulta teneramente per la vittoria al primo turno a Parzanica, un paese di quattrocento anime... Bottino ben magro se pensiamo che, solo lo scorso anno, i grillini conquistavano Roma e città importanti come Torino. Una cosa è chiara: dopo la sconfitta alle elezioni amministrative di questo 2017, riprenderà aspramente il "tutti contro tutti" all'interno del M5s, che culminerà nella campagna elettorale per le politiche del 2018, in cui i fratelli, gli amici i compagni di strada si trasformeranno dalla sera alla mattina in acerrimi nemici pronti a tutto pur di sopravvivere all'interno delle istituzioni o per soppiantare i miracolati della prima infornata.