Politica

Elezioni Brasile, la precisazione di Fausto Guilherme Longo

NOTA UFFICIALE del 18 agosto 2018

 

Alla C.A.

Dott. Enrico Mentanta

tgla7@la7.it

 

Redazione Libero Quotidiano

redazione@liberoquotidiano.it

 

Dott. Angelo Maria Perrino

Direttore e Fondatore Affaritaliani.it - direzione@affaritaliani.it

 

 

E P.C.

 

Dott. Maurizio Martina – Segretario Nazionale Partito Democratico

martina_m@camera.it 

scrivi@mauriziomartina.it

 

A tutti gli organi di informazione interessati

 

 

PRECISAZIONI SULLA

CANDIDATURA PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA FEDERALE DEL BRASILE

DELL’On. FAUSTO GUILHERME LONGO

 

Redigo la presente Nota a fronte del post pubblicato sulla propria pagina FB dal Direttore Enrico Mentana relativa alla mia candidatura al Parlamento della Repubblica Federale del Brasile, apparso in data 17 agosto 2018, successivamente ripreso nelle pagine web i Libero Quotidiano e Affaritaliani.it.

 

 

Esclusione di un ruolo del Pd nella mia candidatura in Brasile

Intendo anzitutto evidenziare che in questa polemica il PD non ha alcun ruolo o responsabilità di sorta.

Il sottoscritto nella passata Legislatura è stato eletto nella Senato della Repubblica nella Circoscrizione Estera America del Sud per il Nuovo PSI e al Senato ha fatto parte del Gruppo Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI.

L’abbinamento al PD ha riguardato esclusivamente la fase elettorale dell’attuale Legislatura dove per aiutare il Partito – forte del consenso che avevo raccolto nelle elezioni del 2013 - ho accettato di candidarmi alla Camera, per favorire peraltro la candidatura dell’amico e rappresentante del PD Fabio Porta al Senato. Con Porta avevo già condiviso la campagna elettorale nel 2013,

Una volta eletto, anche alla luce della situazione altamente critica e delicata maturata all’interno del PD nel post elezioni, ho ritenuto che la mia missione – lavorare per i diritti dei numerosi italiani all’estero – potesse avere più possibilità mantenendo una posizione autonoma e iscrivendomi pertanto al Gruppo Misto.

Su questo fronte ogni tipo di speculazione ai danni del PD guidato dal Segretario Martina appare assolutamente pretestuosa.

 

 

 

Legittimità della candidatura al Parlamento brasiliano – dimissioni dal Parlamento italiano in caso di elezione

La Legge elettorale in Brasile non pregiudica ad un brasiliano, seppur con doppia cittadinanza ed eletto nell’organo legislativo dell’altra nazione, di candidarsi al Parlamento Federale.

Se risultassi membro nel Parlamento brasiliano al termine della tornata elettorale del prossimo autunno, presenterei immediatamente le dimissioni dalla carica elettiva italiana, secondo le procedure e le modalità stabilite dalle normative in vigore.

Tale ultima dichiarazione va intesa in senso categorico e non come mera dichiarazione di intenti possibile di variazioni.

 

 

Motivazioni della candidatura: sottodimensionata questione degli italiani all’estero e la crisi politica-istituzionale del Brasile.

Al di là di ogni polemica, mi permetto di ringraziare il Direttore Enrico Mentana – giornalista di altissimo profilo di cui nutro la massima stima – per aver comunque posto all’attenzione generale la tematica degli italiani all’estero. Parlo principalmente degli italo-discendenti che numericamente rappresentano una popolazione più vasta di quella che vive in Italia e che hanno influito nello sviluppo storico di moltissime nazioni, tra cui certamente il Brasile, dove vivono attualmente quasi trenta milioni di persone di sangue italiano.

In Brasile (e non solo) il tema dei loro diritti, a partire dal riconoscimento della cittadinanza, appare estramemente problematico e già mi sono battuto nel mio ruolo di Senatore presentando numerose iniziative legislative per sopperire alle lacune di cui si rende protagonista l’Italia.

Purtroppo le Istituzioni italiane e il popolo italiano medesimo hanno poca consapevolezza del valore che l’Italia ha in queste realtà e di come milioni di italo-discendenti siano quotidianamente fortemente limitati nell’esplicazione dei loro diritti stabiliti dalle leggi.

 

Tornando invece al tema delle accuse che mi vengono principalmente rivolte dal Direttore Mentana intendo, per altro verso, evidenziare la serietà della crisi politico/istituzionale che sta vivendo il Brasile, per molti aspetti paragonabile alle vicende che hanno caratterizzato la politica italiana dei primi anni novanta.

L’inchiesta “Mani Pulite” e il suo corollario che portò in pochissimo tempo alla scomparsa dei due partiti storici che l’avevano guidata: la DC e il PSI. In tale contesto, trovarono ampio spazio nel Parlamento italiano partiti di recente costituzione (Lega Nord) o assolutamente nuovi come Forza Italia. Tale fase si connotà anche per un forte rinnovamento anche degli eletti che in buona parte andarono a sostituire figure molto note della politica italiana. Candidati che vennero cercati al di fuori delle tradizionali logiche politiche maturate nella “Prima Repubblica”.

Proprio in un contesto similiare e con la stessa logica - con molti possibili candidati in Brasile che sono oggetto di inchieste della Magistratura (il caso più eclatante è quello dell’ex Presidente Lula) - mi è stato chiesto di portare la mia esperienza maturata nella politica e nel Parlamento italiano in Brasile anche alla luce della mia immagine assolutamente lontana da ogni tipo di addebito extra-politico.

Ho pertanto deciso di intraprendere questo cammino non per rinnegare il mio percorso nelle Istituzioni italiane ma per contribuire a rendere più salda e capace la politica brasiliana e nel contempo per essere un valido interlocutore con l’Italia, nazione di assoluto riferimento per la storia, l’attualità e il futuro del Brasile.

 

Con questo spirito e con tali intenzioni è nata la mia attuale candidatura e avrei certamente risposto ad ogni quesito se mi fosse stato posto prima di fornire ad un ampio pubblico una versione che non tenesse conto del mio punto di vista.