Politica
Elezioni liste. Chi torna, chi esce, chi arriva partito per partito. I nomi
Nuove elezioni politiche 2018. M5S, Lega, Forza Italia, Pd e... Le candidature partito per partito
Elezioni politiche anticipate 2018. Ormai è già corsa al voto. 8 luglio come chiedono Salvini e Di Maio o 15 luglio come ha detto Mattarella a Berlusconi durante l'incontro con il Centrodestra al Quirinale poco cambia. Di fatto, è già tempo di candidature e di preparazione delle liste elettorale. Quella iniziata il 4 marzo verrà ricordata come la legislatura più breve della storia della Repubblica. E sono in molti tra i parlamentari appena eletti a tremare e a temere di non tornare in Parlamento. Nei partiti già si pensa ai candidati e ai collegi elettorali. Vediamo che cosa sta accadendo partito per partito.
Nel Movimento 5 Stelle è praticamente sicuro, come ha detto anche Di Maio, che la XVIII legislatura verrà considerata come mai nata facendo quindi cadere il vincolo dei due mandati per i parlamentari grillini. I pentastellati rifaranno le parlamentarie sul blog del Movimento, ma è ovvio che il candidato premier sarà di nuovo Luigi Di Maio. Confermatissimi i due capigruppo uscenti, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, così come il presidente della Camera Roberto Fico e Vito Crimi. Il timore per il capo politico dei 5 Stelle potrebbe essere il ritorno in scena, difficile ma non impossibile, di Alessandro Di Battista. Per il resto viene data per certa la ricandidatura anche dei giornalisti grillini Gianluigi Paragone ed Emilio Carelli. Fuori, invece, i contestati Andrea Cecconi, Silvia Benedetti, Vincenzo Caso, Catello Vitiello e Salvatore Caiata.
Per quanto riguarda la Lega Salvini e Giorgetti puntano sull''usato sicuro', ovvero sulla fotocopia delle candidature del 4 marzo. Il leader sarà ricandidato al Senato in diversi collegi plurinominali, il numero due correrà di nuovo alla Camera a Varese. Confermatissime le new entry come Gianni Tonelli, Lucia Borgonzoni, Giulia Bongiorno e il primo senatore di colore l'italo-nigeriano Tony Iwobi. Da sostituire ovviamente ci sarà Massimiliano Fedriga, nel frattempo eletto alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia. Posto assicurato nel collegio senatoriale di Pavia per Gianmarco Centinaio, abilissimo capogruppo a Palazzo Madama. In lista di nuovo anche gli economisti Alberto Bagnai e Claudio Borghi Aquilini. La Lega potrebbe, soprattutto al Mezzogiorno ma non solo, pescare tra amministratori locali e sindaci provenienti soprattutto da Fratelli d'Italia. Possibile una candidatura con Salvini di Sergio Pirozzi, ormai sindaco di Amatrice e consigliere regionali del Lazio.
La preoccupazione maggiore è quella che si respira in Forza Italia visto che i sondaggi prevedono un ridimensionamento degli azzurri a vantaggio della Lega. E, quindi, potrebbe non esserci posto per tutti nel prossimo Parlamento. Riconfermati i volti noti come le due presidenti dei gruppi parlamentari, la Bernini e la Gelmini, e la presidente del Senato Casellati. Tranquilli anche gli storici come Renato Brunetta, Paolo Romani e Maurizio Gasparri. Seggio garantito anche per la new entry ex Milan Adriano Galliani. Secondo alcune indiscrezioni, l'ex Cavaliere vorrebbe puntare sul mondo dello spettacolo e dello sport per cercare di spingere la campagna elettorale di Forza Italia. Rumor parlano di una candidatura al Senato per Jerry Scotti, popolarissimo volto di Canale 5 da sempre berlusconiano. Per quanto riguarda lo sport, Berlusconi potrebbe inserire nelle liste alla Camera l'ex difensore dei rossoneri Paolo Maldini e l'ex fuoriclasse del basket Milano Dino Meneghin. Questa volta, poi, la cosiddetta 'quarta gamba', proprio per arginare la crescita della Lega, potrebbe entrare direttamente in Forza Italia. Candidati nei collegi e nel proporzionale, quindi, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello e forse anche l'ex azzurro Raffaele Fitto.
In Fratelli d'Italia pochissime novità. Confermato al Senato Ignazio La Russa nel collegio di Abbiategrasso-Magenta-Legnano e Daniela Santanchè. Così come Guido Crosetto in Piemonte. La leader, Giorgia Meloni, si presenterà di nuovo nel Lazio. In sostanza, le liste dovrebbero essere più o meno le stesse del 4 marzo.
Nel Partito Democratico invece tremano le minoranze. Come si è visto pochi giorni fa con la chiusura a Di Maio, il partito è ancora saldamente nelle mani dell'ex segretario Matteo Renzi. E anche se non ci sarà tempo per eleggere un nuovo segretario, la Direzione nazionale è controllata dai renziani. Voci dicono che potrebbero esserci clamorose esclusioni come quelle di Dario Franceschini, Andrea Orlando, Michele Emiliano e Francesco Boccia. Tutti a rischio mentre Renzi correrà di nuovo nel suo collegio a Firenze e Maria Elena Boschi in Alto Adige (seggio blindato grazie all'alleanza con la Svp). In lista Carlo Calenda così come l'ex ministro Marco Minniti e il reggente Maurizio Martina (la sua esclusione sarebbe troppo clamorosa). Il premier uscente Paolo Gentiloni potrebbe essere il candidato a Palazzo Chigi della coalizione di Centrosinistra (unico spendibile dopo Renzi). Una coalizione che questa volta potrebbe anche includere la sinistra radicale che dovrebbe archiviare l'infelice esperienza di Liberi e Uguali e presentarsi con una lista alleata al Pd ma solo con una svolta di sinistra del programma che punti a cancellare molte delle riforme del governo Renzi. Laura Boldrini potrebbe fare un passo indietro e non ripresentarsi in Parlamento. In bilico anche Pierluigi Bersani e Pietro Grasso (stanno riflettendo) mentre Massimo D'Alema sicuramente non si ricandiderà. +Europa proverà di nuovo a correre con Emma Bonino come leader mentre da valutare cosa faranno le liste minori del 4 marzo: Insieme e Civica Popolare di Beatrice Lorenzin. Questa volta, nel Pd, potrebbe scendere in campo il sindaco di Firenze Dario Nardella. Confermatissimi Andrea Marcucci e Matteo Orfini. 'Salvo' Graziano Delrio. Fuori, probabilmente, Debora Serracchiani.
A sinistra punta al 3% e ad entrare in Parlamento la sinistra ultra-radicale di Potere al Popolo che, molto probabilmente, confermerà nel ruolo di portavoce Viola Carofalo. Ancora più a sinistra il Partito Comunista di Marco Rizzo questa volta punta a raccogliere le firme in tutta Italia per essere presente in ogni circoscrizione e in ogni collegio. I nostalgici di Lenin e Marx hanno come obiettivo l'1-l'1,5%. A destra sicuramente correrà di nuovo Casapound, anche se la leadership di Salvini e della Lega lascerà pochissimi spazi. Stesso discorso per Forza Nuova.