Politica

Elezioni più vicine. Colpo di scena dell'ultima ora

Di Alberto Maggi

Elezioni più vicine. Veti e controveti, si ingarbuglia la crisi di governo

Anche chi nel Partito Democratico e nel Movimento 5 Stelle continuava a dire nei giorni che le elezioni sono impossibili o comunque improbabili, oggi, a denti stretti, deve ammettere che il rischio voto cresce ed è reale. L'ipotesi urne sono la conseguenza del gioco dei veti incrociati che stanno incartando la crisi politica dopo le dimissioni del presidente del Consiglio. Giuseppe Conte, salvo ripensamenti, ha pochissima voglia di riaprire il dialogo con Matteo Renzi e Italia Viva, ma al tempo stesso l'operazione 'costruttori-responsabile' è rimasta al palo e non ha aggiunto un voto al Senato rispetto ai 156 sì dell'ultima fiducia. Renzi, in attesa dell'incontro di oggi al Quirinale con il presidente della Repubblica, scriva una enews pesantissima che sembra un ben servito al premier.

Lo stesso leader di Iv lancia prima Di Maio o Fico premier solo per dividere i 5 Stelle e poi Gentiloni per cercare di spaccare il Pd. Dem, pentastellati, LeU e il nuovo gruppo europeista confermano l'indicazione del Conte ter ma non hanno al momento i numeri. Sul fronte del Centrodestra, Forza Italia esclude di dire sì alla maggioranza Ursula, proposta oggi al Quirinale da Emma Bonino, pena la fine del Centrodestra proprio alla vigilia delle elezioni comunali nelle principali città italiane. Matteo Salvini sembra aprire al governissimo tutti dentro, ma fonti qualificate spiegano che questa 'linea giorgettiana' è solo una finta visto che Fratelli d'Italia non ci starebbe mai e il Carroccio non vuole fare un mega-regalo a Giorgia Meloni che, restando l'unica opposizione, andrebbe subito almeno al 30%.

Non solo. Fette consistente del Pd (Andrea Orlando in testa ma non solo) e del M5S giurano e spergiurano mai le larghe intese e mai con i sovranisti di destra. Veti e controveti che fanno ad oggi rialzare le quotazioni delle urne. Una dichiarazione su tutte che dà l'idea del clima, quella della senatrice grillina Paola Taverna: "Con tenacia e risolutezza abbiamo ottenuto in Unione europea un fondo di 209 miliardi, una somma immane che ci servirà a ripartire più forti di prima e a realizzare quelle riforme necessarie a proiettarci nel futuro.

Per questo stiamo definendo il Recovery plan, in un dialogo costante tra istituzioni, parti sociali e società civile. Tutto questo è stato fatto, ma molto altro si deve fare ancora. Il Movimento 5 Stelle è qui per questo e si batterà ancora per il bene del Paese, ma c'è solo una persona che può guidarlo in questo momento: il Presidente Giuseppe Conte. Grazie a lui abbiamo raggiunto questi obiettivi e solo con lui è possibile lavorare per raggiungere i prossimi. Voglio essere molto chiara: se su questo non vi sarà convergenza, non resterà che rimettersi anticipatamente al voto popolare". Punto. Elezioni in primavera?