Politica

Fabio Fazio si scaglia contro il commercio: in Rai solo le "lagne" della Sx

L'opinione di Giuseppe Vatinno

Da Serra a Paolo Giordano: gli interventi degli intellettuali di Sx a Che tempo che fa contro gli "orrori dei centri commerciali" sono tristi e fuori dal tempo

Giordano è di tempra diversa da Serra e ha discetto a un livello superiore, ma il tema era sempre quello: la società non funziona a causa dell’egoismo e della difficoltà dei rapporti. Naturalmente Fazio non si è fatto sfuggire l’occasione di collegare il titolo del nuovo libro - “Tasmania”-, con il fatto che i migranti giornalieri erano di quelle lontane contrade. Interconnessione artificiale e impertinente nel senso letterale della parola e cioè che “non appartiene” alla logica del discorso.

E poi Giordano, con il suo sguardo assassino che turba il sonno delle femmine italiche, è partito di “spleen” che poi è un modo dotto per definire l’angoscia esistenziale e il dolore malinconico per il passato, uno dei pezzi da novanta del repertorio dell’intellettuale frustrato di sinistra, anedonico, sempre triste e con l’occhietto velato di lacrime sulle brutture del cosmo tutto.

Per intenderci il modello di questa specie progressista, l’idealtipo, è quello di Nanni Moretti che passeggia in un giorno piovoso e freddo di novembre risalendo via dei Quattro Venti a Roma parlando da solo e gesticolando alle tenebre. Una volta risucchiato nel buio esistenziale della notte e della sua anima lo accoglie la villetta inizio XX secolo, con le torri, il giardino e le luci gialle che illuminano di sbieco il solito gatto esistenzialista che medita sulla sfortuna di avere un padrone come questo invece di un tipo più espansivo, come Briatore.

Ecco gli intellettuali che ci presenta Fazio sono così. Tristi anche nell’approssimarsi delle feste natalizie, con l’occhio lucido di chi ha la sua squadra che ha appena perso il derby. Bisognosi di sfogarsi contro la “cattiveria del mondo” non ne riescono a godere di alcun pregio. Per loro tutto è triste e tutto è buio e ognuno dovrebbero essere come loro, almeno per umana empatia. Il fatto è che fortunatamente la maggioranza della gente non è così e desta un certo fastidio che tali lagne esistenziali siano rappresentate sul servizio pubblico, la tristezza di pochi pagata con i soldi di tutti.