Politica
Fdi egemone dopo le elezioni regionali: Meloni domina incontrastata nel Cdx
La premier ha chiarissimo lo schema dei suoi punti di forza e debolezza: è un'attenta giocatrice di scacchi e non cede alla auto-lusinghe del potere
Regionali Lazio-Lombardia, Fdi domina nel Centrodestra. Si prospetta un quinquennio rosa: analisi
Presto si vota in Lombardia e nel Lazio e se i sondaggi saranno confermati si prospetta una valanga di voti per Fratelli d’Italia con una netta affermazione del centro – destra. Ovviamente c’è un “effetto – traino” di Giorgia Meloni, un effetto ben noto in politica che è rafforzato quando un partito, un leader, prende una maggioranza significativa alle politiche e così è stato per Fratelli d’Italia.
Se infatti si vanno a vedere i risultati sul proporzionale FdI ha preso a settembre scorso –arrotondando- il 26%, la Lega il 9% e Forza Italia l’8%. Gli ultimi sondaggi (Tecnè) danno FdI al 31%, la Lega al 9% e Forza Italia al 7.6% a livello nazionale, confermati nelle proporzioni anche a livello regionale. Dunque non solo il centro - destra cresce ma all’interno della coalizione non c’è partita con la Meloni che domina incontrastata su Salvini e Berlusconi. Insomma si prospetta non un nuovo “ventennio nero” -come qualcuno prospettava- ma un “quinquennio rosa” sì.
Berlusconi, da vecchio giocatore di poker qual è, qualche tempo fa c’aveva provato a bleffare dicendo che c’erano i numeri per fare un nuovo “partito unico del centro – destra”, insomma una riedizione del Pdl, proposta prontamente rimandata al mittente con la causale “ il partito unico c’è già e si chiama Fratelli d’Italia”. Perché una cosa deve essere chiara: Giorgia Meloni viene dalla vecchia scuola, quella che fu di Giorgio Almirante e Gianfranco Fini e le trattative politiche le sa fare bene e sa benissimo quando è in una posizione di forza e quando non lo è.
Ad esempio, sull’egemonia nel centro – destra, è perfettamente conscia che la sua posizione è inattaccabile. Ma sa anche quando è debole e sa ammettere le sconfitte, anche se non le piace proprio perdere a livello caratteriale, anche quando gioca. Sulle accise sui carburanti ha capito di aver commesso un errore. La vicenda è stata la prima vera prova politica del centro – destra e cioè di Fratelli d’Italia.
Non solo ha commesso un errore facendo la campagna elettorale sulla loro abolizione per poi mantenerle ma c’è stato un grosso pasticcio comunicativo: prima si è detto che i proventi servivano per le classi sociali disagiate poi qualcuno ha detto che non erano state cambiate poi la Meloni ha accettato di modificare la norma che cancellava lo sconto. In tutto questo ha irritato elettori e benzinai che hanno minacciato un due giorni di sciopero.
Ma come dicevamo il primo ministro può commettere errori ma le è chiarissimo lo schema dei suoi punti di forza e debolezza. È una attenta giocatrice di scacchi e non cede alla auto – lusinghe del potere. Ed è la prima ad auto – bacchettarsi per i suoi errori (anche se ufficialmente può non riconoscerli). Per questo sarà molto difficile per Salvini e Berlusconi risalire. Ma se Berlusconi ha una età avanzata e ha già avuto un ruolo di primo piano per tanti anni è Matteo Salvini la grande delusione perché “poteva e non ha fatto”.
Ha avuto la sua chance quando ha vinto le elezioni del 2013 ma ha preferito l’alleanza con i Cinque Stelle formando il governo – giallo verde che –tra l’altro – non ha neppure guidato in prima persona. Poi il Papeete e i compromessi con Draghi hanno fatto il resto.