Politica
Flop M5s: una disfatta che si chiama Raggi. E ora Virginia trema
Il crollo alle elezioni amministrative 2017 spezza i fragili equilibri nel m5s e i tanti "falsi amici" della Raggi ora hanno munizioni per distruggerla
Elezioni amministrative 2017 di sangue per il M5s, e a Roma la tragedia diventa senechiana. "Si sta come d'autunno Virginia Raggi in Campidoglio": così si potrebbe riassumere in chiave ungarettiana il commento molto meno aulico di una delle gole profonde capitoline, che - sotto un "diplomatico aplomb" - sogghigna sotto i baffi. "Virginia pregava che le amministrative andassero bene per il Movimento, ma questo risultato è peggiore di ogni aspettativa. Ora la Raggi sa bene che la sua posizione diventa ancora più fragile e forse condannata definitivamente".
Già. Se prima, malgrado le tante disavventure della giunta Raggi, i grillini potevano appellarsi a sondaggi favorevoli, oggi ci sono i risultati a livello locale... e il bilancio è disastroso. Dalle urne si evidenzia la paura degli italiani a consegnare l'amministrazione della propria città e del proprio comune al M5s, e ovviamente il pensiero vola subito alla gestione romana di Virginia Raggi che, da un anno, si dibatte tra controversie di ogni tipo.
A Roma, come sappiamo bene, malgrado le rassicurazioni dei diretti interessati, abbiamo un movimento dilaniato da faide interne che risalgono fino al 2013. Abbiamo il protégé dell'acerrima nemica della Raggi, Roberta Lombardi, ovvero Marcello De Vito, ora presidente dell'assemblea capitolina, azzoppato alla vigilia delle "comunarie" da una presunta congiura che voleva candidare la Raggi al posto suo. Abbiamo il caso Marra e il caso Romeo, casi sui quali pendono due avvisi di garanzia per Virginia. Abbiamo lo stadio della Roma che qualche giorno fa è costato una consigliera al Movimento, cacciata senza mezzi termini. Abbiamo la situazione topi, cinghiali, gabbiani, vipere, vespai. Abbiamo la situazione rifiuti e trasporti pubblici.
La Roma grillina sta sprofondando e, guarda caso, alle prime elezioni amministrative un anno dopo il trionfale successo di Virginia Raggi, il Movimento crolla proprio a livello comunale e in città rilevanti quali Genova (patria di Grillo), Parma (il cui trionfatore al primo turno e sindaco uscente Federico Pizzarotti, cacciato dal m5s, era stato anche sbertucciato dalla stessa Raggi per via dell'avviso di garanzia), Verona, Palermo, Padova e così via.
Al disastro Roma si è sommata negli ultimi giorni la raccapricciante gestione della mancata strage in Piazza San Carlo a Torino che ha gettato una livida luce sulle capacità di Chiara Appendino, "quella brava". E sicuramente il caso di Marika Cassimatis a Genova e le firme false a Palermo hanno avuto il loro peso. Ma è stato soprattutto il caos della Capitale amministrata dai grillini a far fuggire a gambe levate tanti elettori del M5s per dirottarli sul centrodestra, probabile loro schieramento naturale. Con questo flop colossale alle spalle, ora i "falsi amici" di Virginia Raggi hanno le munizioni necessarie per screditarla e per sacrificarla al mostro della rete. E se gli avvisi di garanzia dovessero tramutarsi in rinvii a giudizio, si avvererebbe la profezia delle gole profonde capitoline: "Non ne uscirà viva".
Gli avvoltoi volano già in cerchio sul Campidoglio, tragiche lancette di un orrido orologio che scandisce inesorabilmente il declino fatale di Virginia Raggi.