Food week, la (provinciale) Milano tributa onori (immeritati) a Obama
Il lato provinciale di Milano (è vero che il capoluogo lombardo è la città più ricca, innovativa e internazionale d’Italia, ma tutto è relativo e in questo caso si può usare il termine provinciale) accoglie l’ex presidente USA Barack Obama e il sindaco Giuseppe Sala gli consegna le chiavi della città.
Essere stato il presidente degli Stati Uniti non è un merito di per se stesso. Che cosa ha fatto Obama nei suoi due mandati (complessivamente dal 2009 al 2017)? Di positivo sostanzialmente due cose (semplici, relativamente parlando): l’uccisione di Osama bin Laden e la fine dell’embargo di Cuba. Per il resto in politica estera: ha contribuito alle guerre in Libia e in Siria e anche a lui Milano deve le migliaia di migranti che bivaccano in condizioni miserabili intorno alla Stazione Centrale (che faccia un giro anche lì… che li veda stesi e maleodoranti sotto i portici). Inoltre ha inasprito le relazioni con la Russia.
In politica interna ha attuato poco o niente per superare la crisi del 2008 (che si è come risolta da sé grazie alla congiuntura positiva) e ha realizzato la riforma sanitaria (“Obamacare”), abolita dal successore Donald Trump… e comunque l’occupazione ai livelli pre-crisi del 2008 li ha raggiunti Trump in pochi mesi. Infine… i giurati di Stoccolma sono riusciti a conferirgli il premio Nobel per la Pace, nonostante la guerra in Siria, in Libia, in Iraq. In sostanza Obama è stato un presidente, con tutto il rispetto, fortunato e senza meriti importanti, un comunicatore dell’establishment democratico (e con lui le persone di colore sono rimaste al punto di prima nell’ascesa sociale… spostamento d’accento gattopardesco).
A che evento Obama interviene a Milano? Non a una manifestazione sull’ immigrazione o sul lavoro (povera Italia… accogliere 3mila migranti al giorno… adesso anche i marocchini sbarcano… da che cosa scappano i marocchini? E intanto gli italiani non hanno lavoro…). Obama partecipa a un appuntamento su cibo, sostenibilità e tecnologie. Quello del cibo a tutti i costi è un segno della decadenza dell’Occidente. Che importanza ha mangiare il raviolo di uno cheaf, che per giunta fa il guru dell’umanità e insulta i concorrenti dei talent show non avendo neanche il diploma superiore? Me lo cucino io il raviolo... Ci sono orde di islamici convinti di vivere come esseri spirituali (e religiosamente parlando parte di loro lo sono) attaccati alla tradizione con la t maiuscola. Gli italiani leggano Omero, Platone, Dante, Shakespeare, Hugo, Zola, Tolstoj, Proust (e anche i contemporanei… ma attenzione ai personaggi guru… le solite facce… si fanno scrivere i libri… scritti per loro stessi non per i lettori, sono macchine per far soldi).
Infine accorre Matteo Renzi (anch’egli innovatore a tutti i costi) “onorato di incontrare Obama”. Altro che cibo sostenibile, ci vuole il lavoro per mangiare… Del resto Trump (un pragmatico, che sa che cosa è la vendetta nel senso positivo del termine; si guardi a Ulisse… la Grecia la culla della democrazia) per ora non concede udienza a Renzi che era andato alla Casa Bianca ad appoggiare Hillary Clinton, sfidante di Trump sostenuta da Obama… Hillary una che bazzicava i palazzi del potere da trent’anni e che ci ha provato: dopo il primo presidente di colore, la prima donna (a prescindere dal fatto di essere moglie dell’ex presidente Bill Clinton).