Politica

Fort Apache attaccato dai "buoni" visi pallidi: ombre e luci sul caso La Russa

Di Paolo Diodati

Al bar e casa, in tv e sui social: tutti parlano del figlio del presidente del Senato, Apache La Russa. Ma chi è davvero questo ragazzo? Il commento

Un commento ascoltato quasi sempre per un caso come quello di Apache: non vorrei essere nei panni del giudice. Con gli avvocati da una parte e dall'altra a complicare ancora di più il quadro già iper squallido dall'inizio. S'i' fosse 'l giudice, consapevole di finire interdetto, o magari al manicomio, emetterei un verdetto esemplare che di certo, se seguito da altri, farebbe crollare il numero di questi comportamenti sotto animaleschi che costituiscono un incubo e un'ossessione per genitori, nonni, parenti e tutti i ragazzi normali. 

Senza tirare in ballo gli articoli in base ai quali si baserebbe la sentenza, perché gli articoli bisognerebbe aggiornarli, condannerei Apache e gli altri eventuali autori della schifezza compiuta, a 5 anni di carcere di rigore, da non poter essere ridotti per buona condotta o altri meriti mostrati a solo scopo di veder ridotta la pena. Metterei nella loro cella di rigore una perfetta imitazione, a dimensione reale, della ragazza stuprata. Oltre al ricorso all'autoerotismo, avrebbero la possibilità di sfogare la loro libidine, con un manichino identico alla stuprata, a ricordo della bravata. Che differenza c'è tra sfogarsi con un manichino e approfittare d'una ragazza stordita da droghe e alcol che, inerte, sembra un manichino? Capiranno mai, questi Apache, animali viziati, l'abissale differenza che c'è tra un bacio tra innamorati e uno con un manichino? Ah, s'i' fosse 'l giudice!