Politica

Francesco ha appaltato la politica estera alla comunità di Sant’Egidio

Di Giuseppe Vatinno

In Vaticano non comanda Parolin ma il cardinale Zuppi

Andrea Riccardi, il capo di Sant’Egidio, scrive al Corriere della Sera. Che cosa accade Oltretevere

 

 

Ieri abbiamo parlato della strategia politica del Vaticano per quanto riguarda l’Ucraina.

Riassumendo il Vaticano, cioè Papa Francesco, ha “appaltato” la politica estera alla Comunità di Sant’Egidio tramite il potente Capo della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), il cardinal Matteo Zuppi in ottimi rapporti con l’associazione.

Qualche giorno fa Zuppi ha addirittura incontrato il presidente Usa Joe Biden a cui ha consegnato una lettera del Papa.

Però c’è un piccolo particolare di cui bisogna tener conto e cioè che il titolare della politica estera del Vaticano è il Segretario di Stato, il cardinal Pietro Parolin, che da inizio anno è stato semplicemente escluso da Bergoglio dal suo ruolo istituzionale, un po’ come Padre Georg.

È come se non esistesse.

Mentre tutto è passato in mano a Zuppi che gestisce con piglio determinato la situazione.

Una vicenda molto strana che ha provocato profondi risentimenti sia a Roma che in tutte le nunziature del mondo che, ancora formalmente, dipendono da Parolin, ma sono praticamente esautorate.

È vero che il Vaticano è per definizione uno Stato teocratico e quindi una monarchia assoluta, tuttavia qualche spiegazione il Papa la dovrebbe pur fornire, se non altro per mettere a tacere la ridda di voci, illazione e supposizioni che da mesi girano.

Chi comanda -dopo il Papa- in Vaticano? Si pensava comandasse Parolin ma è del tutto evidente che così non è affatto.

In Vaticano comanda il cardinal Matteo Zuppi che ha un potere immenso e forse, in questo momento, più dello stesso Francesco. Lui il vero frontman.