Politica
Francesco ha appaltato la politica estera alla comunità di Sant’Egidio
In Vaticano non comanda Parolin ma il cardinale Zuppi
Ora però sorge un problema che prende la forma di una excusatio non petita, accusatio manifesta.
Infatti il comandante in capo e fondatore di Sant’Egidio, il già ministro nel governo di Mario Monti Andrea Riccardi, ha presso ieri carta, penna e -si fa per dire-calamaio e ha scritto una lettera al Corriere della Sera per rassicurare il popolo italiano che è tutto sotto controllo e che il povero Parolin è ancora presente e lotta insieme a loro. Peccato che sia invisibile.
Riccardi, che è uno Storico, parla nella missiva in generale dei problemi della guerra russo – ucraina ma dentro ci ficca la vicenda del Segretario di Stato e di tutta la nunziatura mondiale che è stata espropriata del proprio ruolo dalla invadenza del monsignore romano che è di casa a Piazza di Santa Maria in Trastevere, grazie anche agli ottimi rapporti con il contestato monsignor Vincenzo Paglia. Ma proprio lui potrebbe essere l’anello debole della catena.
Paglia –anni fa- finì indagato per una compravendita di un castello a Narni –aveva la gestione degli immobili della Diocesi- e fu prosciolto dopo le indagini preliminari. I conservatori gli rimproverano anche un affresco omoerotico nella Cattedrale di Terni in cui è rappresentato semi - nudo con lo zucchetto episcopale.
In ogni caso il Vaticano e la stessa Comunità trasteverina sanno pienamente di agire in maniera totalmente non convenzionale tanto da dover sentire la necessità di “scusarsi” in prima pagina sul più diffuso quotidiano italiano.