Politica

Schlein mai a Palazzo Chigi. No a Ruffini. Solo Gentiloni può unire tutto il campo largo

I giochi di potere dietro le quinte delle opposizioni

Di Alberto Maggi

Gentiloni ha un ottimo rapporto con Conte, piace ad ampie fette del Pd e anche ai centristi

"Non saremo mai junior partner del Pd". Dietro le parole di Giuseppe Conte ad Atreju di qualche giorno fa - spiegano fonti pentastellate ai massimi livelli - c'è un segnale chiarissimo: il Movimento 5 Stelle non accetterà mai, anche in caso di vittoria elettorale alle elezioni politiche anticipate se il governo Meloni dovesse cadere, Elly Schlein a Palazzo Chigi. E tantomeno accetterebbe di indicare la segretaria del Pd come presidente del Consiglio nel caso in cui si andasse al voto nel 2027, a fine legislatura, con la riforma del premierato in vigore.

E Conte, assicurano i suoi, boccia sul nascere anche l'operazione prodiana e catto-Dem di Ernesto Maria Ruffini, l'ormai ex direttore generale dell'agenzia delle Entrate. Che, tra l'altro, come spiegano direttamente fonti di Azione e Italia Viva ad Affaritaliani.it, non convince per niente nemmeno le forze centriste dell'eventuale campo largo.

L'unica figura in grado di tenere unita tutta la coalizione delle attuali opposizioni è Paolo Gentiloni, da poco ex commissario europeo e, come si suol dire, disoccupato di lusso. Gentiloni ha trattato con Conte tutta la fase della realizzazione del Pnrr durante la pandemia e il leader pentastellato ha un ottimo rapporto anche personale con lui. Non solo, Gentiloni piace molto anche ai centristi di Calenda e Renzi e soprattutto a fasce molto ampie dello stesso Partito Democratico che, a microfono spento, giudicano Schlein inesperta e inadatta perché spostata a sinistra per guidare l'esecutivo del Paese.

E non si parla solo della minoranza di Lorenzo Guerini ma anche di big del calibro di Dario Franceschini e di gran parte di amministratori locali, soprattutto sindaci come Roberto Gualtieri e Giuseppe Sala, che sono la spina dorsale dell'elettorato Dem in Italia. Chiusa la strada Ruffini, con dietro Prodi (che piace solo ai pochi cattolici rimasti tra i Dem come Graziano Delrio), varie anime del Pd - tranne ovviamente i fedelissimi della segretaria - sanno che per battere il Centrodestra meloniano serve una figura europeista, moderata e con esperienza.

Gentiloni è stato ministro degli Esteri, presidente del Consiglio e Commissario europeo a Bruxelles. La figura ideale per ampie fette del Pd, per i centristi e anche Conte e il M5S. Resta la sinistra di AVS che vale il 6% circa, non poco, ma che alla fine certamente, pur difendendo le proprie istanze, non si tirerà indietro per l'obiettivo comune di sconfiggere il Centrodestra.

In sostanza Schlein non andrà mai a Palazzo Chigi e non sarà mai premier, questo è il segnale chiaro e netto che arriva dai suoi potenziali alleati. A meno che non sia in grado da sola o al massimo insieme ad AVS di avere la maggioranza assoluta (ipotesi praticamente impossibile). Niente da fare per il prodiano Ruffini, resta il nome di Gentiloni. L'unico in grado  di tenere unito il campo largo.

Schlein al limite potrà essere ministro, come anche Conte, oppure in un eventuale governo di Centrosinistra restare la leader del principale partito della coalizione e provare a condizionarlo dall'esterno soprattutto grazie alla forza parlamentare (stando almeno ai sondaggi di oggi e alle ultime Regionali).

Leggi anche/ Ponte sullo Stretto, 2mld in più per costruirlo. Tagli alla manutenzione delle strade - Affaritaliani.it