Politica
Giorgia Meloni, con la sua politica estera l’Italia ha un ruolo internazionale
La premier sta riuscendo dove Gianfranco Fini ha fallito e cioè portare la destra destra al governo e conquistarsi l’immagine di un partner affidabile
Giorgia Meloni, con lei l'Italia ha nuovamente una politica estera
Una cosa è certa dopo questo periodo di rodaggio di inizio governo: rispetto al passato c’è stato un cambiamento profondo. Infatti erano decenni che l’Italia non aveva una politica estera e con questo termine intendo dire una strategia che andasse un po’ più in là del proprio naso e avesse una dimensione strategica. Da subito si è visto invece che la Meloni aveva le idee chiare e cioè rafforzare l’immagine internazionale dell’Italia. La prima cosa che ha fatto, ancor prima di vincere le elezioni, è stata quella di schierare il nostro Paese saldamente in ambito atlantico e cioè è stata fatta la scelta di apparire come un alleato forte e determinato degli USA e di seguire le scelte dell’Unione Europea, a costo anche di qualche mugugno interno. E questo nonostante avesse dentro Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, cioè due amici di Putin. Una situazione indubbiamente molto difficile da gestire ma che finora ha gestito con successo.
Poi sul fronte immigrazione si è mostrata salda nel far capire a Bruxelles che questo è un problema di tutti i Paesi, non solo dell’Italia che è solo la frontiera sud della UE. Dunque se l’Italia ha un problema anche la UE ha un problema. Una posizione chiara e determinata.
Giorgia Meloni e l'insospettabile alleato su migranti e religione, Papa Francesco
In questo ha trovato un alleato insospettato in Papa Francesco che dopo l’incontro di inizio anno ha cominciato a ricordare alla UE costantemente le proprie responsabilità. Lo ha fatto da Capo della Chiesa cattolica universale, lo ha fatto da Capo di Stato del Vaticano. La Meloni è una fervente cattolica, va a messa ogni domenica sera, crede realmente in certi valori. La sua strategia nel caso degli immigrati e puntare tutto contro gli scafisti e non contro i migranti. Un cambio di visuale a 360 gradi che ha spiazzato l’opposizione che si è ritrovata improvvisamente un Papa in sintonia con il centro – destra e un premier che cambia la narrazione di decenni e cioè quella contro gli immigrati. Una scelta oculata perché ora è inattaccabile se non per alcuni episodi isolati come l’ultimo di Cutro che però ha volto rapidamente a suo favore con la celebrazione del Consiglio dei ministri proprio nel luogo della tragedia. La sensazione è che questa volta il cerino in mano sia rimasto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.