Politica

Lettera di Meloni, dalla resistenza bianca all'assist a Fini: cosa c'è dietro

Di Giuseppe Vatinno

La premier Giorgia Meloni ha affidato a una lettera inviata al Corriere il suo pensiero sul 25 aprile, ribadendo che questa è la "Festa della Libertà"

Ed infine parla anche di una diversa visione della resistenza e cioè di quella “bianca”, cattolica e liberale, contrapposta a quella “rossa”. Lo fa citando una donna quasi centenaria, Paola Del Din, che ha combattuto nelle Brigate bianche Osoppo note per la strage di Porzûs in cui i partigiani titini comunisti trucidarono una ventina di partigiani bianchi, tra cui il fratello di Pier Paolo Pasolini, Guido, nome di battaglia “Ermes”.

Sottile l’operazione del presidente del Consiglio che contrappone idealmente Paola del Din, “patriota” e non “partigiana” a Liliana Segre che peraltro aveva sposato un uomo di destra, addirittura candidato con il Movimento Sociale di Giorgio Almirante.

Dunque per la Meloni il fascismo è “il male assoluto”? No, non lo ha detto, come Gianfranco Fini sperava che facesse, ma ha fatto appunto un’operazione più sottile, ha ribadito la piena adesione della destra post fascista ai valori democratici e repubblicani non rinunciando però a contrapporre una diversa visione della resistenza, quella dei “patrioti” della del Din (e non “partigiani”) e dei nuovi moderni patrioti ucraini che combattono per la loro patria invasa dai russi.