Politica

Governo, Bruno Tabacci ad Affaritaliani.it: "Conte? E' il punto di equilibrio"

Di Alberto Maggi

"Non sto organizzando gruppi autonomi del premier". Intervista

Stando ai rumor di Palazzo e al chiacchiericcio del Transatlantico Bruno Tabacci, deputato iscritto al Misto, eletto a Milano per il Centrosinistra nel collegio 1 con il maggioritario, starebbe organizzando gruppi autonomi del premier Giuseppe Conte in Parlamento. Una voce non nuova che di tanto in tanto torna alla ribalta. Contattato da Affaritaliani.it, il presidente del Centro Democratico afferma in maniera categorica: "Non sto organizzando nulla e non credo che nasceranno gruppi del premier. Sostengo il presidente Conte perché è un punto di equilibrio in una situazione complessa, come dimostra il caso Autostrade dal quale il premier è uscito brillantemente e con senso dell'interesse pubblico. Ora - sottolinea l'ex presidente della Regione Lombardia - si sta aprendo un negoziato in Europa dall'esito non scontato. E anche in questo caso il presidente del Consiglio sta fronteggiando la situazione in modo molto apprezzabile. Le trame sul fatto che potrebbe durare pochi mesi, francamente, non hanno un gran senso. Così come le voci che mi metterei a organizzare gruppi in Parlamento. Io faccio le cose alla luce del sole e proprio alla luce del sole sostengo Conte".

Quanto alle sfide del prossimo autunno, Tabacci afferma: "La vicenda Autostrade si è chiusa positivamente e penso che la stessa cosa possa accadere con la partita che si gioca in Europa. Poi la ripresa economica potrebbe essere a V, come lascia intendere l'ultimo dato sulla produzione industriale che mese su mese segna una crescita migliore di quella tedesca e francese. Ovviamente diverso sarebbe lo scenario politico di fronte a una recessione pesantissima con una timida ripresa ad L nel 2021". E lo scoglio delle elezioni regionali? "Seguiranno il loro corso, comunque è interesse dei partiti della maggioranza parlamentare non andare al voto troppo sfilacciati, visto che la destra si è chiusa a testuggine". Sulla possibilità che il governo Conte duri fino al 2023, ovvero fino al termine della legislatura, Tabacci non si sbilancia ("Ci vorrebbe l'indovino"), ma afferma: "Con la spinta delle elezioni regionali e del referendum costituzionale di settembre credo che possa esserci la volontà forte per arrivare almeno all'elezione del nuovo presidente della Repubblica (2022, ndr)". Appunto, Conte al Quirinale? "Non partecipo al teatrino", chiosa Tabacci.