Politica

Governo, Conte resta o va a casa? Le risposte e che cosa accadrà a gennaio

Di Alberto Maggi

Conferenza stampa senza risposte. Conte in mezzo al guado. 4 gli scenari: eccoli

"Il Mes? Decide il Parlamento" (già detto mille volte). "Ok a procedure accelerate per il Recovery" (già detto, ma in che modo?). "Servizi? La delega è facoltativa. Io comunque sono responsabile” (in altre parole? Molla la delega o no?). "La verifica? Se verrà meno la fiducia di un partito, andrò in Parlamento" (praticamente un'ovvietà). La tanto attesa conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio non ha sciolto i nodi chiave che attanagliano in questi giorni il governo e il Parlamento. Fonti Pd, Italia Viva e M5S - contattate da Affaritaliani.it durante l'intervento in tv del premier - parlando di una conferenza stampa "interlocutoria" e "senza risposte" e di un "Conte in mezzo al guado". In sostanza, il capo dell'esecutivo sta cercando di capire se e quanto Matteo Renzi andrà fino in fondo e come poter uscire da questa complicata situazione politica.

Le ipotesi sul campo per gennaio sono sostanzialmente quattro. La prima è quella di un Conte-ter magari con due vicepremier, altra domanda alla quale il presidente del Consiglio ha risposto in modo vago. Ma in questo caso, oltre alla difficile partita del rimpasto, con pochissime certezze e molte incognite, pesa il fatto che arrivati a questo punto a Italia Viva andrebbero fatte moltissime concessioni - dal Mes alla delega sui Servizi - per poter continuare a dare la fiducia in Parlamento al premier attuale. Un'ipotesi che fonti Dem definiscono altamente "improbabile".

La seconda possibilità, quella che potrebbe togliere la castagne dal fuoco, è quella di un diverso premier a capo dell'attuale maggioranza. Un premier che potrebbe essere il ministro della Difesa Lorenzo Guerini o, più difficilmente, il titolare dei Beni Culturali Dario Franceschini. Stando a questo scenario, il Pd si prenderebbe l'onere e l'onore della guida del governo lasciando al M5S e ai renziani la maggior parte dei ministri. Un modo per rilanciare il Paese in una fase delicata tra campagna vaccinale e Recovery, mettendo da parte il premier che, per certi versi, sta diventando un peso.

Altra soluzione è quella, dopo un'eventuale crisi, di un esecutivo Mario Draghi che affronti la gravissima crisi economica (lo stesso Conte ha lanciato l'allarme per marzo quando scadrà il blocco dei licenziamenti) e che metta insieme oltre al Pd e a Italia Viva, una fetta del M5S (Luigi Di Maio che resterebbe alla Farnesina), Forza Italia e forse anche la Lega (spinta da Giancarlo Giorgetti, amico personale dell'ex numero uno della Bce). Un governo di 'salvezza nazionale', benedetto dal Colle e da Bruxelles, che abbia come compito la riscrittura del Recovery e la riforma della legge elettorale per poter sciogliere le Camere prima del semestre bianco di Sergio Mattarella o successivamente, ma solo in caso di un accordo bipartisan sul nome del prossimo inquilino del Quirinale (lo stesso Draghi?).

L'altra ipotesi, la quarta, è quella delle elezioni anticipate da oggi tecnicamente possibili visto che ieri in Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la revisione dei collegi elettorali del Rosatellum dopo il via libera con il referendum popolare della riduzione del numero dei parlamentari. In questo caso le urne si aprirebbero tra fine marzo e i primi di aprile (probabilmente dopo Pasqua) con la sfida tra il Centrodestra (nel quale la regola sarebbe di nuovo quella del premier scelto dal partito che prende più consensi) e l'alleanza M5S-Pd-LeU (altri) con il punto interrogativo sul ruolo di Conte (se alla guida dei pentastellati, ridimensionando così Di Maio e tutta l'attuale classe dirigente, o a capo di una sua lista personale). Probabile anche la formazione di una coalizione centrista e filo-europea tra Italia Viva, +Europa e Azione.

In sostanza, parlando con deputati e senatori della maggioranza, oggi Conte in conferenza stampa rispondeva alle domande dei giornalisti cercando di capire se Pd, Iv, M5S e LeU hanno già in mente un altro premier, Draghi o il voto. Le risposte dopo l'Epifania che, si spera, tutte le incognite porta via.