Politica
Pd-M5S? Gara a fagocitarsi. Governo sulla carta impossibile

Matteo Renzi parrebbe tentato di sedersi al tavolo con il M5s, ma è il Centrodestra "escluso" a giovarne, e in primis Matteo Salvini
Il governo M5s-Pd, fino a pochissimo tempo fa ritenuto un autentico ossimoro, compie qualche passo avanti sulla via della formazione. Roberto Fico ha dichiarato ottimisticamente che il suo compito ha avuto buon fine e che il dialogo si è avviato. L'ala "governista" del Pd capeggiata dal segretario reggente Maurizio Martina acquista terreno e cerca di restare a galla nel mare periglioso e tempestoso dei "senza di me", e Matteo Renzi - malgrado i sondaggi "estemporanei" (ma a favor di telecamere) tra la gente - parrebbe propenso a sedersi al tavolo della trattativa con i grillini.
Come eroi da romanzo, da nemici acerrimi, "pidioti" e "grullini" (per usare gli epiteti con cui si sono sempre apostrofati a vicenda) hanno quindi scoperto un amore inaspettato? Niente di tutto questo.
Tra m5s e Pd non c'è amore, non potrebbe mai esserci. Esiste invece la brama reciproca di fagocitarsi a vicenda. Ciò cui stiamo assistendo è il tentativo di accoppiamento fra due mantidi religiose, ciascuna tesa a divorare l'altra. Luigi Di Maio (e chi per lui) ritiene che il Pd indebolito e Renzi azzoppato possano essere facilmente soggiogati, Renzi ritiene di poter mangiarsi a colazione Di Maio (e chi per lui), per tornare a dominare la scena politica da protagonista mettendo fuori gioco l'avversario più temibile.
Nondimeno, potrebbero peccare entrambi di ottimismo e sopravvalutarsi oltremodo. E questo perché, nel caso in cui tale unione illecita dovesse consumarsi, è alquanto probabile che sarà il Centrodestra, e in primis Matteo Salvini, libero dall'abbraccio mortale con il M5s, a trarre il maggior vantaggio a livello di consensi elettorali.
Se davvero il Centrodestra, e soprattutto la Lega, dovessero essere esclusi dal prossimo esecutivo, l'opposizione sarebbe durissima, agguerrita e feroce, facendo formidabile presa sui tanti italiani scontenti dello stravolgimento dell'esito elettorale e portando un fiume di consensi al mulino di Salvini. Il quale, più degli altri leader di Centrodestra, possiede il piglio, la grinta e, nel caso in cui dovesse rimanere intonso da un accordo con il M5s, la "purezza" necessaria a portare avanti una campagna elettorale efficace e ottenere una conseguente vittoria schiacciante alle prossime elezioni, liberandosi dal giogo di Silvio Berlusconi e calpestando i resti delle due mantidi religiose, Pd e M5s, fagocitatesi a vicenda.