Politica
Governo ministri, molti resteranno delusi. I nomi di chi rimarrà fuori
Mattarella e Draghi applicheranno alla lettera l'articolo 92 della Costituzione
Su un punto ci sono pochi dubbi in vista della nascita del governo di "alto profilo". Come Affaritaliani.it scrive dal primo giorno dell'incarico all'ex presidente della Banca Centrale Europea, a scegliere i ministri saranno unicamente Mario Draghi e il Capo dello Stato Sergio Mattarella, applicando così "alla lettera" l'articolo 92 della Costituzione. Anche i nomi dei politici che entreranno nella squadra dell'esecutivo saranno decisi dal Presidente e da Mr 'whatever it takes', oltre ovviamente ai tecnici, senza accettare alcun appunto o velina da parte delle forze politiche.
Questo concetto è chiarissimo parlando con deputati e senatori di tutti i partiti che entreranno nel nuovo governo. Fatto sta che la fila dei delusi in questo modo sarà lunghissima. Partendo dal Movimento 5 Stelle a restare a bocca asciutta potrebbero essere quasi sicuramente i ministri uscenti Alfonso Bonafede, Lucia Azzolina e Nunzia Catalfo. Così come il reggente Vito Crimi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio (con Giuseppe Conte) Riccardo Fraccaro. Qualche speranza di restare alla Farnesina per Luigi Di Maio e, forse, potrebbe rientrare anche Stefano Patuanelli. Niente da fare poi per i 'ribelli' Alessandro Di Battista, Danilo Toninelli e Barbara Lezzi.
Nel Partito Democratico c'è una pletora di politici che sperano di entrare. I rumor parlano al massimo di due posti per i Dem e quindi a restare fuori potrebbero essere big del calibro di Graziano Delrio, capogruppo a Montecitorio, e Andrea Orlando, numero due del partito, oltre al segretario Nicola Zingaretti (che però resterebbe volentieri fuori per non portare la Regione Lazio alle elezioni anticipate). Ma rischiano perfino i ministri uscenti Lorenzo Guerini, molto stimato alla Difesa, e Dario Franceschini, capodelegazione nel Conte II. Zero chance di riconferma per Paola De Micheli.
Nella Lega punto di domanda sul possibile ingresso di Matteo Salvini, anche se sicuramente non ritornerebbe all'Interno. Chi ha parlato nelle ultime ore con Giancarlo Giorgetti e con Riccardo Molinari assicura che né il vicesegretario e sponsor della svolta filo-Ue né lo stimato capogruppo alla Camera si aspettano di diventare ministri. A restare delusi (e deluse) potrebbero essere Claudio Durigon, Massimo Garavaglia, Erika Stefani, Giulia Bongiorno, Gian Marco Centinaio ed Edoardo Rixi.
Anche in Forza Italia il timore dell'esclusione è forte. E riguarda volti molto noti come Renato Brunetta e Mara Carfagna, sponsor delle larghe intese, le capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Berini e il vicepresidente Antonio Tajani.
Infine Liberi e Uguali. E' vero che il Cts preme per la riconferma di Roberto Speranza alla Salute (nel segno della continuità nella lotta alla pandemia), ma non c'è alcuna certezza sul ritorno al governo dell'esponente di Articolo 1 ed ex Pd. Senza considerare che Draghi dovrà concedere qualcosa anche alle piccole forze politiche, come il Centro Democratico di Bruno Tabacci, Azione di Carlo Calenda, +Europa e forse anche i centristi del Cdx come Cambiamo!, Noi con l'Italia e l'Udc.