Politica

Governo Renzi fa cadere Conte? Sì, no, quando, cosa accade dopo... Le risposte

Alberto Maggi

Governo Renzi-Conte, sfida continua. Che cosa accade dietro le quinte dei Palazzi del potere romano

La sfida tra Matteo Renzi, il premier Giuseppe Conte e il resto della maggioranza prosegue tra stop and go. Tra segnali di guerra e segnali di pace. Al di là delle dichiarazioni più o meno guerrafondaie, gli atti parlamentari parlano da soli. Oggi, giovedì 20 febbraio 2020, il governo ha incassato la fiducia al Senato sul decreto legge intercettazioni con 156 sì e 118 no. Italia Viva ha votato a favore anche se il suo leader era assente perché in "congedo". A parte i numeri non esaltanti per la maggioranza - 156 compresi i renziani -, ma anche nelle opposizioni c'erano assenze illustri (ad esempio Matteo Salvini), il dato è che alla prova dei fatti non c'è stato alcuna rottura.

Dal Pd l'impressione è che per il momento non accadrà nulla di clamoroso, anche perché l'ex presidente del Consiglio ed ex segretario Dem prima vuole studiare la situazione e capire che cosa accade a Palazzo Madama (e non solo). Per la sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il leader di Italia Viva si è dato tempo fino a Pasqua proprio per attendere gli sviluppi del quadro politico. Il 'wait and see' serve per valutare se davvero esistono i neo-responsabili, tra smentite e mezze conferme, e se davvero sono sufficienti a sostituire Italia Viva al Senato.

C'è poi il tema della tenuta dei renziani (non tutti sono fedelissimi e due o tre potrebbero emigrare verso il Pd in caso di strappo definitivo con Conte) da tenere sott'occhio nelle prossime settimane. Senza dimenticare il dibattito nel Centrodestra. Alcuni parlamentari di Forza Italia sembrano attratti da Italia Viva, anche se Renzi vuole soprattutto capire bene fino in fondo quanto è ampia la rottura tra Salvini e Giorgia Meloni e quanto davvero si possa costruire un dialogo con la Lega, anche e soprattutto con quella giorgettiana che ha buone relazioni in Europa e Oltretevere.

Molti punti interrogativi e molte partite aperte che non hanno oggi una soluzione e una risposta. Ecco perché continua la strategia del tira e molla con la fiducia a Palazzo Madama sul dl intercettazione da parte dei renziani ma con il suo leader assente. E tra i segnali arrivati oggi c'è anche l'atteggiamento di Italia Viva a Montecitorio, dove la maggioranza è comunque autosufficiente anche senza i renziani, ma dove i deputati dell'ex premier hanno votato per ben dieci volte in dissenso rispetto al parere del governo sugli ordini del giorno al decreto Milleproroghe. Tra voti contrari e astensioni, i deputati renziani in Aula alla Camera si sono smarcati dagli altri partiti della maggioranza su temi che vanno dalla prescrizione, alla plastic e sugar tax, alle opere pubbliche.

Tra i temi su cui i renziani hanno fatto emergere il loro dissenso rispetto agli altri partiti dell'esecutivo c'è anche quello delle concessioni autostradali, su cui Iv aveva presentato un emendamento in commissione. Da Italia Viva spiegano che prima delle votazioni era stato chiesto al governo di fare riformulazioni o comunque "non irrigidirsi" su alcuni degli ordini del giorno presentati in Aula al decreto Milleproroghe. Dunque, sostengono, sia il governo che gli altri partiti della maggioranza erano avvertiti della posizione di Iv, espressa "in massima trasparenza". Fatto sta che continua il logoramento quotidiano fino al limite della rottura, ma senza superare il confine.

Al Nazareno sono convinti che Renzi non voglia restare con il cerino in mano e apparire agli occhi degli opinione pubblica come il 'killer' del governo che l'estate scorsa aveva fortemente voluto per evitare le urne e il quasi certo arrivo di Salvini a Palazzo Chigi. Serve quindi che siano Conte, il M5S e il Pd a buttare fuori Italia Viva ed è per questo che proseguono le provocazioni, tra le quali anche la proposta di elezione diretta del premier - il sindaco d'Italia - proprio mentre il resto della maggioranza indica come priorità la crescita economica. Il tutto con il pallottoliere sempre in mano per capire se a Palazzo Madama il Conte bis ha i numeri anche senza Italia Viva. Se li ha, meglio non esagerare. Se non li ha, si riaprono i giochi. In attesa di capire le mosse di Mattarella, Salvini e Berlusconi.