Politica

Governo, Zingaretti: "Via i 2 vicepremier". Ora la palla nelle mani Di Maio

Uno, due o nessun vicepremier?  La mossa di Dario Franceschini e' stata meditata e concordata con il segretario dem, Nicola Zingaretti: non prevedere alcun vicepremier da affiancare a Giuseppe Conte e rimettere la palla al centro con i temi del programma. "Un altro contributo del Pd per sbloccare la situazione e aiutare il Governo a decollare", ha scritto infatti su Twitter Zingaretti, condividendo il post in cui  Franceschini apre alla possibilita' di un governo senza vice premier, rinunciando di fatto a quel ruolo.

Alla base della scelta, viene spiegato da fonti parlamentari, c'e' il ritorno di voci insistenti circa una soluzione con il doppio vicepremier, cosi' come era stato con il governo a trazione Lega-M5s.

Uno schema sgradito al Partito democratico che vuole varare un governo il piu' lontano possibile dalla precedente esperienza. Ecco quindi il 'sacrificio' messo sul tavolo delle trattative a distanza - per ora - fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Un passo anticipato dalle parole pronunciate da alcuni dirigenti dem nelle ultime ore, specie da quelli che hanno partecipato ai tavoli con Conte. Prima Graziano Delrio e poi Andrea Marcucci, i due capigruppo del partito, hanno invitato a non fossilizzarsi sui posti a sedere nel nuovo esecutivo. Marcucci, poi, ha spiegato chiaramente che "non fallira' tutto per Luigi Di Maio. Se il problema e' questo, la soluzione si trova". Ora l'attenzione si sposta sull'altro interlocutore. La domanda che si fanno nel Pd e' se Luigi Di Maio accoglierà la proposta o cercaherà di rilanciare. 

"Per una volta Beppe Grillo e' stato convincente. Una sfida cosi' importante per il futuro di tutti non si blocca per un problema di 'posti'. Serve generosita'. Per riuscire a andare avanti allora cominciamo a eliminare entrambi i posti da vicepremier", aveva scritto Dario Franceschini su Twitter. Pensiero condiviso sullo stesso social da Marcucci e dal presidente del Pd, Gentiloni.

E pensare che era proprio Dario Franceschini il nome scelto dal Pd per quella carica. Ora il vice segretario dem viene dato tra i favoriti per il ministero dell'Ambiente, a pari merito con Rossella Muroni.

- IL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: Una delle chiavi di volta per far nascere e tenere in piedi l'esecutivo potrebbe essere quella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Luigi Di Maio chiede che uno dei suoi fedelissimi, Vincenzo Spadafora, a ricoprire il ruolo che fu di Giancarlo Giorgetti. dal Pd, su questo, non ci sarebbero particolari obiezioni, sempre che resti lo schema che vede assegnare il vice premier ai dem. In alternativa si potrebbe optare per due sottosegretari e nessun vice premier, ipotesi che circola da qualche ora e che vedrebbe a Palazzo Chigi, Spadafora e Franceschini.

- IL VIMINALE: Passando ai dicasteri piu' 'pesanti', si segnalano i nomi del prefetto Mario Morcone - esperto di politiche migratorie venendo dal dipartimento del Viminale che si occupa di questo tema - seguito da quello dell'attuale Capo della Polizia, Franco Gabrielli. Una soluzione piu' politica potrebbe essere, invece, quella di Marco Minniti, sgradito pero' ai Cinque Stelle che non vorrebbero rivedere in profondita' il decreto sicurezza e il decreto sicurezza bis.

- L'ECONOMIA: Per l'Economia, dalle parti del Nazareno sono pronti a dare l'imprimatur ad un nome di peso con esperienza in ambito europeo. Tra i dem di parte renziana si fa il nome di Roberto Gualtieri, presidente della commissione per i Problemi Economici e Monetari del parlamento Europeo. Tra i nomi "tecnici" ci son poi quelli dell'ex ragioniere dello Stato, Daniele Franco, e dell'economista Lucrezia Reichlin. Ma nelle ultime ore si inseguono le voci che parlano della possibilita' che alla guida del ministero di Via XX Settembre possa rimanere Giovanni Tria, che garantirebbe una certa continuita' con il lavoro fatto in Europa per far quadrare il cerchio sui conti pubblici ed evitare la procedura di infrazione. Un lavoro che gli e' costato non pochi momenti di tensione con l'ex alleato della Lega.

- INFRASTRUTTURE: Per le Infrastrutture ci sarebbe il Cinque Stelle Stefano Patuanelli. Un altro ministero che sta a cuore al Movimento 5 Stelle e' quello della Giustizia: Di Maio vorrebbe lasciare alla guida del dicastero Alfonso Bonafede. D'altra parte uno degli obiettivi del capo politico del M5s e' quello di approvare la legge sul conflitto di interesse senza la quale, dice Di Maio, il governo nascituro non avrebbe senso. I dem, al contrario, punterebbero piu' volentieri sull'ex magistrato antimafia ed ex Presidente del Senato, Pietro Grasso.

- IL MISE: Altro nome di peso del Pd e' quello della vice segretaria Paola de Micheli per la quale potrebbe aprirsi la porta di Palazzo Chigi come sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, nel caso in cui Dario Franceschini facesse il vice premier, o quella del Ministero dello Sviluppo Economico.

 - LE ALTRE CASELLE: Per Maurizio Martina, tra le ipotesi, c'e' il ritorno al Ministero dell'Agricoltura o, nel caso in cui De Micheli facesse la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, il Mise. Nella squadra anche Delrio (forse alle politiche sociali) mentre rimangono in attesa le fila renziane: l'ex premier non vorrebbe che esponenti di primo piano possano essere spesi per dicasteri non importanti e potrebbe cosi' seguire la politica delle mani libere.Ma nelle ultime ore ha cominciato a circolare anche il nome di Simona Malpezzi per l'Istruzione, incarico ambito anche da Anna Ascani, sempre nel Pd, e da Lorenzo Fioramonti, gia' vice ministro del M5s. Tra i punti qualificanti del programma del Pd c'e' poi la Salute e il segretario dem potrebbe proporre Marina Sereni se non dovesse rimanere l'attuale ministra Giulia Grillo.