Politica
Grillo chiuda la baracca M5s. O rimarrà un giullare traditore
Finché è stato in vita Gianroberto Casaleggio questa forza politica era davvero qualcosa di straordinario
Quelli che sin dagli esordi avrebbero voluto che non esistesse e quelli come me furibondi con il Movimento da almeno 3 anni commenteranno: “cosa parli ancora del M5s che è bene che sparisca dalla faccia della Terra!?” (aggiungendo magari qualche comprensibile insulto a Grillo ed al sottoscritto in quanto editorialista costantemente controvento). Secondo la mia interpretazione costoro hanno ragione al 90% perché, in realtà, finché è stato in vita Gianroberto Casaleggio questa forza politica era davvero qualcosa di straordinario e solo chi ha militato può saperlo: l’essere antisistema (aristocrazie finanziarie parassitarie), la partecipazione dal basso, le leggi create sulla piattaforma ecc ecc.
Il successo del 2018 preparato dai media (ricordate gli applausi a Di Maio a LA7 ?) e da loro incensato fu un detonatore sotto le terga dei pentastellati: promuovevano il 5s se si prostrava agli “europeones”, al pensiero dominante franco-germanocentrico razzista contro gli italiani, ma in itinere creavano le basi per distruggerlo avvicinando esponenti grillini di spicco nelle Istituzioni, per “blandirli” ed infine utilizzarli per crear divisioni ovviamente mal tollerate dai cittadini, soprattutto quando riguardavano temi caldi come l’immigrazione. La naturale tendenza al cambiamento del 5s doveva essere avvelenata e stravolta: l’unico irrinunciabile valore grillino condiviso da tutti gli italiani con un cervello non delegato era la fine dell’austerity, della deindustrializzazione, della colonizzazione estera e doveva essere terminato.
A causare la fine del Movimento non è stata quindi la scelta di essere né di destra, né di sinistra ed infatti la stessa Lega è votata in modo trasversale ed ha sostituito abilmente il 5s nella lotta all’establishment; la vera causa della fine del 5s era nella sua radice! Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, dopo anni di Berlusconi, credettero fosse sensato imperniare questa forza politica sin dagli albori sul progressismo (quello che uccise il PCI sull’altare del “Washington Consensus”), ma non si resero conto che la vittoria auspicata contro i cosiddetti “poteri forti stranieri” dentro questo schema non sarebbe stata possibile dato che le lobbies si nutrono proprio di questo paradigma!
E’ stato semplice per l’establishment agire su schiere di eletti ad esso affini e su attivisti pseudo ribelli in cerca di un posto al sole, fancazzisti ed adolescenti perenni; bastavano una Carola o una Greta figuriamoci qualche comoda poltrona. Paradossalmente, visto che si autodefiniscono progressisti, non è da loro che potrà giungere a noi qualsivoglia cambiamento perché la loro “anima” ed arma è una forma di feroce conformismo pronto alla discriminazione e quindi se dovrà nascere qualcosa di nuovo dovrà essere pragmatico ed agli antipodi rispetto al “fu M5s”. Le orde di piddini inconsapevoli interni al 5s non studiavano (e sposavano) quelle battaglie geopolitiche ed economiche vitali per l’Italia (ma purtroppo complesse e poco comprese dalle masse), ma in linea con i pochi neuroni di cui disponevano si vestivano di stereotipi emotivi berciando su questioni orecchiabili come la pace, l’ambiente, gli omosessuali, la corruzione, l’Europa, l’anticlericalismo, i migranti (da assistere una volta resi degli straccioni apolidi anziché da emancipare nei loro paesi) ecc ecc e tutto per ottenere quella ottantina di voti con i quali approdare in Parlamento nel 2013.
Successivamente in rispetto del dogma che gli incapaci di norma sono furbissimi nelle dinamiche da branco, costoro si sono impossessati gerarchicamente del potere interno al Movimento. A questo punto per loro è stato semplice “ragionare da casta” prostituendo tutto il prostituibile; non mi riferisco solo a Di Maio ma a quelli che lo affiancano al Governo e soprattutto a chi adesso lo accusa ed ha cercato di trasformare il 5s nella succursale del PD tra cui l’inguardabile Lombardi, Luigi Gallo e la Ruocco. Un avvelenamento dei pozzi quindi quello agito sul povero Movimento premendo costantemente sui peones e sul solito principio attivo letale dell’establishment: “glebalizzare” le maggioranze facendosi servire dalle minoranze arcobaleniche (lobbies LGBT, pseudo-pacifisti, pseudo-femministi, pseudo-ambientalisti, anticlericalisti, “decresciuti felicemente” ecc) che se ne fregano di temi quali il lavoro e la vita delle famiglie perché interessate patologicamente al loro monotema.
Con questi presupposti approdare al fantastico mondo delle politiche del rigore spacciate per espansive(!?!) e da lì al vergognoso tentativo di alleanza definitiva con il PD (con la Lega era solo un contratto) il passo è stato breve. Tutto perfetto se non ci fosse un fattore stranamente ancora presente e fastidioso per i nostri padroni esteri: gli elettori. E pensare che con nuove elezioni un binomio Di Battista – Salvini avrebbe potuto fare moltissimo per la nostra Nazione (termine legato antropologicamente ai diritti umani ed alla cultura, ditelo alle capre radical chic) magari eleggere un Presidente della Repubblica libero e con a cuore il nostro Stato. Invece qualcuno, cioè Beppe Grillo con la sua corte di scherani (uno tra tutti il Presidente della Camera Roberto Fico) per qualche ragione oscura, manco fosse un ricattato, ha operato improvvisamente e violentemente in direzione opposta.
Tranquilli, ciò significa che anche quel binomio di cui sopra non avrebbe funzionato a causa dei peones, quindi meglio così, il M5s deve chiudere baracca per il nostro bene. Beppe Grillo se vorrà salvare la faccia dovrà portare profonde scuse pubbliche agli italiani, esporre le scomode verità elencate in pezzi come questo e lasciare a chi è rimasto fuori da questa immondizia il compito di fondare qualcosa di differente. Questo soggetto dovrà “imporre” democraticamente ai cittadini una grammatica differente, una nuova visione con determinate linee valoriali e con fondamenta coerenti con l’obiettivo della liberazione dal giogo neoliberista sfrenato, perbenista/schiavista (e non ad esso funzionale).
Ferme restando alcune regole presenti nel M5s incentrate sull’opportuno concetto “di cittadino punto e basta” (no condanne, no tessere di altri partiti da almeno 5 anni, massimo 2 mandati, no alle correnti, tutti contributi che riconosco ai fondatori del Movimento) il nuovo soggetto politico non dovrà “ripartire” ma iniziare da capo senza temere di prendere anche un misero 5%. Questa volta al centro di questo movimento dovrà esserci un paradigma identitario, patriottico che si ponga a difesa delle nostre splendide tradizioni a cominciare dalla riscoperta dei valori cristiani della famiglia tradizionale, del Natale (iniziando da quello alle porte) festa bellissima ma ormai umiliata, rarefatta strategicamente dall’attuale Pontefice e derisa dagli adepti di ideologie massonico-anticlericali come il gender ed il suicidio assistito (confuso a dovere con l’eutanasia vedasi Suicidio assistito, l'ennesimo abuso della lobby massonica).
Se davvero un simile nuovo soggetto politico si affaccerà nel panorama democratico, esso innanzitutto dovrà manifestare concreta vicinanza ai pilastri dello Stato come le forze di sicurezza, carabinieri e polizia, come le Università ed i suoi giovani, come i Sindacati. Meritocrazia, competenza, capacità, scuola, ricerca, innovazione tecnologica ed ambientale, giustizia sociale (salario orario minimo garantito), efficienza della pubblica amministrazione, sicurezza (idrogeologica e cittadina), lotta alle grandi evasioni ed elusioni dovranno fare il resto. Come target economico di questo movimento dovranno esservi la valorizzazione dell’economia reale regolamentando la finanza selvaggia ed estremista, la fine della austerity, l’abolizione del fiscal compact e del pareggio di bilancio, l’attuazione di politiche davvero espansive, la piena occupazione anche “di cittadinanza attiva” ed il riaffermare del principio che vede la Costituzione sopra ogni trattato internazionale. Nessun attuale eletto nelle fila degli attuali partiti/movimenti potrà candidarsi per almeno 5 anni.
A livello strettamente geopolitico il nuovo movimento dovrà porsi come obiettivo l’Italia sostenuta nelle sue peculiarità: se il nostro Stato continuerà ad appiattirsi sulla UE come fosse una realtà continentale (lo sono Francia e Germania), finirà per condannarsi alla desertificazione socioeconomica e ad essere ininfluente. L’Italia perciò dovrà guardare fortemente verso Mosca, verso il Mediterraneo e verso le correnti di Trump e Johnson nel mondo anglosassone senza comunque chiudere alla Via della Seta; con i vicini centroeuropei la scelta più sensata sarà edificare rapporti simili a quelli presenti in passato in ambito CEE (un po’ come fanno gli inglesi specularmente col Brexit), concordando inoltre l’uscita dalla moneta unica. Sui temi migratori l’Italia dovrà tornare a chiudere i porti alle ONG (fermo restando l’aiuto verso i veri profughi) ma allo stesso tempo dovrà stabilire quote annuali di stranieri da integrare lavorativamente (esiste anche una fisiologica richiesta di manodopera estera) ma anche da formare culturalmente, spiegando loro cosa è stato fatto loro dal neocolonialismo, in primis francese, con particolare riguardo alla tematica del franco CFA.
La linea scelta da Grillo negli ultimi tempi invece è quella del kamikaze perché al sistema mafioso internazionale poco importa se il M5s scompare, ciò che importa ad esso è il piazzare Mario Draghi (ne sia consapevole o meno) alla Presidenza della Repubblica a costo di sacrificare vecchi e nuovi servi. Se notate ogni mossa dei media, del PD, delle più alte cariche della Repubblica e via discorrendo fino all’ultimo mandarino di sistema di provincia è sotto sotto quello di difendere una moneta privata e straniera che paghiamo a caro prezzo: l’euro. Per il bene dell’Italia il M5s deve scomparire perché qualsiasi cosa venisse riproposta da Di Maio e soci sarebbe una minestra riscaldata, la fase dell’innamoramento (cit. Alberoni) è terminata e pure quella dell’amore visto che siamo addirittura alla sopportazione ed alla commiserazione (Di Maio). E’ un vero peccato, non perché ne sia l’autore, che questo pezzo passi inosservato e poco condiviso sui social (mi auguro l’opposto) perché il sogno di tanti 5s è stato distrutto da qualcuno che a mio avviso passerà alla storia come un giullare traditore, mentre le energie contenute in questo sogno potrebbero ancora emancipare l’Italia e portarla fuori dal soffocamento organizzato da Parigi e Berlino, permesso sin dai decenni precedenti da una classe politica di complici ed incapaci.