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Politica
Tutti i politici su TiKTok, anche l'eterno Berlusconi, classe '36

La campagna elettorale è sbarcata su TikTok. Tutti i politici hanno creato un account, incluso Berlusconi che ha capito quanto potenziale abbia questo social

Silvio Berlusconi, classe 1936, è il politico italiano più vecchio a sbarcare sul social cinese TikTok e con 362 mila iscritti e valanghe di mi piace, cuoricini e insulti è seguito e secondo solo a Salvini che supera il mezzo milione di iscritti, seguaci e un innumerevole numero di commenti e cuoricini e haters.

Mai come oggi e mai come sui social il detto "basta che si condivida e commenti" ha una vera casa. Tutte le innovazioni portano una valanga di riflessioni, dubbi, opportunità e milioni nelle tasche degli inventori e di chi sa usarle appieno.

Berlusconi aveva capito il veicolo fantastico dove mettere pubblicità e contenuti della televisione, mezzo sconosciuto in quegli anni in Italia e mal gestito dalla intellighenzia di sinistra e democristiana in un sistema che era da ex Jugoslavia. Silvio liberò il Paese dal monopolio Rai e creò una tv nuova cavalcando la pancia e il ventre molle del paese, dando nel piccolo schermo quello che la vetusta - e orgogliosa di esserlo - tv di stato non dava.

La sinistra ha gridato allo scandalo dell'imprenditore con tre tv, dandolo per morto e fallito per molti lustri mentre gli organi d'informazione vicini all'idea giusta arrancavano o chiudevano. L'arrivo di Internet ha cambiato tutto, pure la tv che però in un paese cosi vecchio ha un ruolo ancora molto forte però i social con vita assai breve e incerta.

Un social network è un capitale importante in un mondo dove molti giovanissimi non sanno cosa rappresenta quel camino d'immagini dove molto spesso si collegano a You Tube, ma con una vita così breve e fragile rappresentano una specie di soldi del monopoli. Anni fa era Twitter per poi diventare Facebook poi Instagram ora Telegram e Tik Tok... poi non vogliamo i cinesi, ma gli diamo tutta la nostra vita.

All'inizio della prima pietra social, quando c'era il computer fisso, la ditta Mediaset lancio "Il candidato" una sorta di preselezione per "Il Grande Fratello" ma poco dopo chiuse forse schiacciato dal potente Facebook. La sinistra sui social è molto indietro, lei che era una paladina di Internet per liberarci dalla schiavitù di giornali e soprattutto tv, ma come ogni nuovo media non lo sa usare o li sfugge di mano.

Conte e i 5 stelle con i loro  followers si difendono assai bene sui nostri smartphone, che ormai sono un prolungamento del corpo. Calenda e Renzi arrancano forse perché pure quando fanno i simpatici si rendono antipatici e snob e dire che Calenda ha esperienza di cinema e esperti a portata di famiglia.

Quale sarà il media più decisivo per le prossime campagna elettorale del 25 settembre? Iniziamo a snocciolarli: la carta stampata è alla frutta o pesce poi con la crisi che tira spendere quasi due euro per leggere sempre le stesse cose è una pazzia. Al bar dopo il caffè c'è ressa e rissa poi è un elettorato vecchio e stanco e già indirizzato ad onore del vero poi gli unici giornali che vendono sono quelli vicini alla destra.

La radio si ascolta in macchina e in ufficio, ma più che altro sono radio musicali e chi ascolta quelle politiche sa già chi votare e non cambia mai. YouTube è un contenitore di video e tutorial e altro dove quando uno va sa già cosa guardare e i video pubblicitari sono visti più in cattiva luce che quelli in tv.

La buona e vecchia tv può dare ancora tanto anche se gran parte guarda i programmi per poi chattare col collega caino e infame o sputare sulla pagina della trasmissione o del politico sotto tortura web. Poi le trasmissione obiettive non sono molte e quindi questi programmi sono la partita della politica il derby perché ormai è trattato come il pallone o soap opera.

Facebook è ormai un cimitero di post non tali e profili morti con tanti post dormienti o silenti oppure falsi, una vera pattumiera d'insulti, dove è difficile carpire o convincere. In un paese dove i politici cambiano partito come cravatta - pardon, perizoma o boxer - invece gli elettori restano fedeli affiliati come in un club o squadra di pallone.

Instagram è un covo di belle giovani e menopausa e bellocci e muscolosi troppo amanti di se stessi e delle figure nude per seguire un tema alto pure portato a livello terra terra come la politica di oggi. Resta TikTok dove c'è il peggio del peggio, un social che mi tira fuori il miglior video citofono del reame, dove tutti si sentono artisti, ballerini, attori ma fanno fare soldi d'oro al social più asiatico del mondo.

Certo che i giovani sono tutti orientati li per 24 ore (o tolte le ore che dormono) a ingurgitare milioni di video in bassa qualità e ad avere dipendenza. Dove sono i radical chic che dicevano che i giovani stanno troppo davanti alla tv? In attesa del prossimo social che farà milioni e regalerà milioni dobbiamo segnalare che il vecchietto Berlusconi con semplice simpatia da nonno o zio di Arcore sta incarnando ancora perfettamente i nostri difetti e regalando sorrisi.

Ha capito più di tutti come usare un mezzo giovane forse non supererà Salvini come seguaci e forse non vincerà le votazioni ma accendano un cero i suoi livorosi haters, perché se lo trovavano 30 anni fa o con 20 anni di meno se li divorava tutti questi quattro politici piccini piccini.

 

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