Politica
Il leader di Casapound si racconta: "Sogno un progetto con il comunista Rizzo"
Parla Simone Di Stefano: "Stampare la lira". Video
IL LEADER DI CASAPOUND, SIMONE DI STEFANO SI racconta AD AFFARI:
“ecco l’abc del mio movimento in un libro ”
Tra le righe anche il progetto di un dialogo difficile con il Pc di Rizzo .
di Claudio Bernieri
Cos’è il sovranismo?, gli chiediamo.
“Faccio una semplice considerazione: oggi la posizione sovranista sarebbe la sola costituzionalmente ammessa, perché l’articolo 1 della nostra Costituzione recita che la sovranità appartiene al popolo”
Il pretesto di questa lunga video intervista è l’uscita di un libro, Simone Di Stefano, dà alle stampe per i tipi tipografici di Altaforte edizioni , una summa del pensiero del suo movimento, quella della “tartaruga."
“ Una nazione”: una lunga intervista a Valerio Benedetti, caporedattore del Primato Nazionale . Libro nato in questa lunga quarantena, e che esce alla vigilia del rientro della politica nelle piazze. Un libro che risponde alla domanda: che cosa è , e cosa vuole, Casapound?
Nasce come movimento con l’ occupazione di una casa in via Napoleone , a Roma, negli anni 90l spiega Di Stefano : ora il palazzo è diventato quasi tutto un ostello per famiglie e intellettuali globetrotter. La tartaruga fucina di idee, una Leopolda della galassia sovranista ( Prima gli italiani è un fortunato slogan made in Casapound) . Un palazzo in stile anni 30 che ospita anche gli uffici del movimento.
“Il nostro compito è fornire idee a un sovranista forte nei consensi, ma povero dal punto di vista culturale. Altrimenti il prossimo Governo non cambierà nulla, proprio come con Berlusconi” dice ora ad Affari Simone di Stefano, ex grafico pubblicitario e copywriter , “mancano le idee, i capisaldi, la dottrina, i programmi, le visioni di ampio respiro e lungo termine” .
Districarsi nell’humus che concima gli slogan nelle piazze del centro destra non è sempre facile: chi sono allora i “casapoundisti”?
Neo liberisti o sovranisti?
“C’è il sovranista di destra contro globalista di destra,c’è il prima e il dopo coronavirus, e poi c ‘è il refrain ;“ce lo chiedono i mercati” dettaglia nel suo libro Di Stefano. Al lettore il gusto e la fatica di leggere il complicato albero genealogico di Casapound.
Insomma, il sovranismo è di destra o di sinistra?
“Nel globalismo ci sono sia la destra sia la sinistra e, viceversa, anche nell’antiglobalismo ci sono sia la destra che la sinistra.
Quindi, nei fatti, tutte queste categorie (i no global, il popolo di Seattle, la sinistra radicale ecc.) in venti anni hanno completamente abbandonato la critica al capitalismo – perlomeno una critica seria, che vada oltre il rifiuto del panino di McDonald e della lattina di Coca Cola – e oggi sono tutte in prima linea a costruire una globalizzazione forzata, fatta di immigrazione incontrollata e cancellazione delle identità dei popoli.”
Fulcro del “Casapound pensiero” è la critica . sposata anche dal lillipuziano partito comunista di Marco Rizzo, al finto solidarismo dei ponti aperti e della immigrazione selvaggia.
La solidarietà, insomma, sarebbe solo un paravento?
“Esatto. Oltre a questo processo di disintegrazione identitaria, l’immigrazione di massa offre anche manodopera a basso costo che è funzionale alla globalizzazione economica. In che modo? Se io non avessi lavoratori immigrati sottopagati, non potrei produrre con i costi che abbiamo qui”
Una critica al refrain: «senza immigrati chi li raccoglie i pomodori».
“Ecco, se compro i pomodori, li trovo a un euro e cinquanta al chilo perché ho lavoratori a basso costo che li raccolgono. Se non ci fossero, i pomodori costerebbero quattro o cinque euro al chilo, e tantissimi italiani non se li potrebbero permettere e, di conseguenza, chiederebbero un aumento dei salari,”
E come un giovane Marx, Di Sfefano disserta nel suo libro di salari, costo del lavoro, moneta, capitale.
“Immigrazione significa abbassamento del costo del lavoro per i lavoratori italiani.” Attenzione, avverte Di Stefano, siamo nell’era del post- coronavirus.
“Finito il turismo e l’esportazione, chi afferma candidamente che «l’Italia potrebbe vivere solo di turismo» sta dicendo una castroneria .
Dobbiamo spendere, lo stato deve spendere. Stampando moneta. Noi con debito e deficit creiamo la nostra ricchezza privata, mentre altre nazioni hanno un debito pubblico basso, sì, ma un debito privato alto, cioè i loro cittadini si indebitano con le banche e gli istituti della finanza privata. L’Italia rimanga una nazione, e non un parco di divertimenti per chicchessia.
Andare in vacanza in Italia, rimettere in piedi le fabbriche, comprare principalmente prodotti italiani, preferire le aziende del nostro territorio significa rigenerare la nostra identità, anche culturale. O si fa questa scelta, oppure ci sarà la batosta finale.
Quando immagini un’Italia fuori da Ue ed euro te la devi immaginare paragonata a una nazione prospera e forte come il Giappone. Questo è il nostro posto nel mondo”.
L’essenza del pensiero non conforme di Casapound è tutta qui: “stampare moneta”
“Si esce dall’euro iniziando a far circolare liberamente una nostra moneta. Questo ci porrebbe automaticamente fuori dalla Ue, vorrebbe dire aver stracciato e disconosciuto i trattati firmati
E io resto convinto che dovremmo cercare di far detenere la maggior parte del debito pubblico agli italiani stessi, cercando in primis compratori nazionali. Questo vorrebbe dire ripagare gli interessi di quel debito principalmente ai nostri connazionali, al nostro popolo.”
Infine, il tema delle alleanze: al timido Berlusconi ( che si decida e vada infine con Renzi, dice Di Stefano) Casapound preferirebbe un franco dialogo con il mini- Pc di Rizzo. E Di Stefano cita il Migliore:”Togliatti scrisse una famosa Lettera ai fratelli in camicia nera, offrendo la propria collaborazione alla costruzione dello Stato sociale italiano.”
Oggi pare che il recupero dello stato sociale nell’era del post –coronavirus passi per una collaborazione con la base dura e pura degli ex Pc, depurata da certa demagogia.
Qualche osservatore lo potrebbe chiamare un sogno. ”Ma sogno è un atteggiamento intimo, non politico” , precisa Simone Di Stefano. Il sogno verrìte su un possibile, difficilissimo dialogo tra l’area sovranista e quel mondo, residuo del Manifesto dei Comunisti, che guarda con diffidenza sempre crescente al globalismo.. Un dialogo che qualcuno chiama “rossobrunismo”.
“ Mi sembra di aver ribadito più volte che Rizzo è interessante, che è l’unico comunista vero rimasto ,ma il suo atteggiamento nostalgico e stalinista purtroppo recide ogni possibilità di dialogo”.
Nato politicamente alla Garbatella , leader maximo di Casapound ( oggi tempio dei radical chic che hanno comprato interi palazzi costruiti negli anni del fascismo per il popolo, dice ) ha passato anni nella locale sezione del Msi insieme a Giorgia Meloni, attaccando manifesti di notte. Il debutto a 14 anni
E come stanno ora i partiti?
“Hanno tramutato i leader di partito in squadre di calcio, per cui si tifa acriticamente senza badare troppo a come giocano, I vincenti sono i calciatori, i ballerini, i creativi, i manager, gli opinionisti, gli influencer. Quasi che un contadino, un allevatore, un artigiano, un operaio o un idraulico debbano vergognarsi della loro qualifica.”
Decisamente nel campo della Italiexit,oggi Di Stefano propone nel suo libro una nazione sovrana che stampa moneta in proprio, forte e indipendente e lontana dalla Ue ( sul modello di Usa, Giappone, Regno Unito, Russia e Cina ) .
Letture che hanno formato Di Stefano? “ L’abc della economia di Ezra Pound, e i romanzi distopici, come quelli di Orwell e Bradbury. Il genere distopico mi appassiona molto perché descrive un futuro sempre possibile e contro cui è necessario combattere. Anche perché, in alcuni casi, quel futuro sembra in realtà”
Vedremo l’officina di idee Casapound in piazza a Roma il 3 giugno, al debutto della stagione di protesta, a fianco di Salvini e Meloni? Metà influencer, metà spin off, la “tartaruga£" promette polemiche e battaglie .