Politica

Il patto con Lega-Fdi era scritto. Poi il blitz di Mediaset

La verità sul "golpe" in Forza Italia

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Mercoledì 20 aprile 2016, tardo pomeriggio. Riunione del tavolo del Centrodestra per le Amministrative nell'ufficio del senatore azzurro Altero Matteoli. Presenti Paolo Romani (capogruppo di Forza Italia al Senato), Giancarlo Giorgetti (vero numero due della Lega Nord) e Ignazio La Russa per Fratelli d'Italia. In quella sede si pongono le basi per il sostegno di Silvio Berlusconi a Giorgia Meloni a Roma, mollando quindi Guido Bertolaso, e di conseguenza per il via libera ai candidati azzurri a Torino e a Napoli. Non solo.

I partecipanti stilano anche un documento che segna la nascita della 'federazione del Centrodestra'. Una sorta di decalogo per rilanciare la coalizione che avrebbe nell'ex Cavaliere il regista o il padre nobile. E infatti nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso La Russa dichiara ad Affaritaliani.it "ci siamo quasi". Poi in serata fonti di Forza Italia parlano di "frenata" di Berlusconi. Che cosa è successo in quelle ore?

Il fronte 'nordista' degli azzurri - da Romani a Toti, da Gelmini a Santanchè - aveva praticamente convinto l'ex premier all'accordo, dato per scontato fino alla frenata. Nel momento in cui l'altra parte di Forza Italia ha capito cosa stava accadendo è partita la controffensiva. Il 'cerchio magico' Pascale-Rossi-Bergamini, insieme a Renata Polverini e Antonio Tajani, ha subito fatto pressing su Berlusconi affinché rivedesse la sua decisione. Ma è nella notte tra mercoledì e giovedì 21 aprile - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - che c'è stato il vero dietrofront.

I vertici di Mediaset e i figli dell'ex Cav (Marina e Piersilvio) hanno convinto il leader di Forza Italia a restare su Bertolaso e a stracciare la bozza di accordo messa a punto nell'ufficio di Matteoli. Al Biscione - come ha dichiarato il leader della Lega Salvini ad Affaritaliani.it - interessa la stabilità e non ha alcun interesse a fare la guerra al governo e a Matteo Renzi.

Ecco spiegato il pressing per evitare il ricompattamento a Roma sulla Meloni che, quasi certamente, avrebbe escluso il democratico Giachetti dal ballottaggio (cosa comunque ancora possibile stando ai sondaggi) segnando così un colpo durissimo per l'esecutivo e per l'immagine del presidente del Consiglio. In Forza Italia è in atto un vero e proprio braccio di ferro e al momento a vincere è quella parte orfana del Patto del Nazareno e che al Salvini-Meloni preferisce di gran lunga il dialogo con gli ex Verdini e Alfano, con Casini e Scelta Civica, magari poi per appoggiare Renzi alle Politiche.