Politica
Italia lasciata sola sui migranti? Per forza, in Germania si vota
La Merkel rieletta a spese nostre
Tante belle parole, tante promesse, ma nessun fatto. L'Europa, ancora una volta, ignora gli appelli dell'Italia ad affrontare seriamente l'emergenza dei migranti. E così tutto resta sulle spalle del nostro Paese. La Francia e la Spagna non intendono accogliere chi arriva dalla Libia contestando all'Italia di accogliere tutti indiscriminatamente senza distinguere tra chi scappa da guerre e conflitti e chi è un migrante economico. L'Austria addirittura schiera l'esercito al Brennero per difendere i propri confini. Ma il punto chiave per comprendere quanto sta accadendo sono le elezioni per il rinnovo del Bundestag, il Parlamento tedesco, in programma a settembre. Angela Merkel ha recuperato negli ultimi mesi tanto che quasi certamente verrà riconfermata Cancelliera con la possibilità che torni il governo tradizionale con i liberali dell'Fdp mandando i socialdemocratici all'opposizione.
Grazie anche alla chiusura della cosiddetta rotta balcanica, in quell'occasione l'Europa si è mossa nei fatti (rapidamente) e non solo a parole, la Cdu della Merkel è tornata a crescere nei sondaggi ben oltre il 30% staccando nettamente l'Spd del grigio Martin Schulz. Non solo, la destra anti-immigrati e anti-Ue dell'Afd è crollata sotto il 10% e rischia perfino di restare fuori dal Bundestag. E' del tutto evidente, quindi, che in piena campagna elettorale la Cancelliera non ha alcuna intenzione di riaprire il capitolo migranti e accoglienza, specie dopo i fatti di Colonia della notte di Capodanno e gli attentati terroristici che hanno colpito anche la Germania. In più, ragionano a Berlino, l'Italia sta già beneficiando molto del QE portato avanti dalla Bce di Mario Draghi e quindi, in cambio, può tranquillamente continuare ad affrontare la questione degli sbarchi in piena solitudine. E' inutile quindi che ogni giorno dal premier Gentiloni e dagli altri membri del governo arrivino appelli all'Ue, nulla è destinato a cambiare. Anche perché i paesi dell'est, non solo l'Ungheria del "cattivo" Orban, sono ancora più intransigenti della Germania, della Francia, della Spagna e dell'Austria.