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Politica
Ius soli, Costa: "Se c'è la fiducia lascio". Governo a rischio
Enrico Costa

"Se c'è la fiudcia lascio". Il ministro degli affari regionali Enrico Costa lo ha detto senza mezzi termini. E la sua uscita potrebbe mettere davvero in crisi il governo, provocando quell'incidente di percorso che Renzi sembra cercare per andare al voto anticipato (E' una "priorita'" per il Pd, "un dovere", ha detto il segretario dei democratici).

"Lascerò per coerenza - spiega ancora Costa, come riporta Repubblica -. Sono già stato l'unico a non votare la riforma del processo penale. Non posso non votare un'altra volta la fiducia rimanendo tranquillamente al mio posto". Si addensano le nubi all'orizzonte per il governo.



Pd insiste su ius soli ma Ap frena, numeri a rischio



Sullo ius soli al Senato potrebbero mancare i voti, e la fiducia rischierebbe di trasformarsi in un boomerang, con Ap che non esclude di sfilarsi come il gruppo degli autonomisti, per tutta la legislatura fedele stampella del pd. E' infatti teso il clima interno alla maggioranza. Già due giorni fa un duro botta e risposta tra il presidente dem Matteo Orfini e il ministro Enrico Costa. Tanto che sia il governo che lo stesso partito di largo del Nazareno preferiscono rinviare la partita. In Aula se ne riparlera' non prima della prossima settimana, probabilmente nel prossimo consiglio dei ministri convocato per lunedì o martedì. "Ho parlato con Gentiloni, autorizzerà la fiducia sullo ius soli", ha detto Angelino Alfano.

L'alto numero di emendamenti presentati, soprattutto dalla Lega, i mal di pancia all'interno di Alternativa popolare e alcune perplessita' che si registrano dentro lo stesso Pd hanno fatto si' che il provvedimento sulla cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia, lo ius soli temperato, venisse messo per qualche giorno in stand by.

"Sì allo ius soli, è un dovere", ribadisce ai microfoni di Radio Capital Matteo Renzi che, per gestire il problema dell'immigrazione, rilancia il "numero chiuso e aiutiamoli davvero a casa loro".

In molti si chiedono quali siano i motivi del pressing di Renzi. Forse cerca l'incidente per far cadere Gentiloni e andare al voto a novembre, è stata l'ipotesi più gettonata nella riunione dei vertici di Ap mercoledì sera. Della manovra, secondo alcuni centristi, farebbe parte eprsino piero Grasso: favorevole alla legge, ma ins econda battuta pronto a ripensare alla candidatura in Regione Sicilia (dove si vota a novembre) se quelle elezioni coincidessero con le politiche.

"E' essenziale un supplemento di riflessione sullo ius soli. Tale convinzione si fonda su principi costituzionali e non merita di essere svilita", avverte il ministro Enrico Costa. "Modificare la composizione della comunita' nazionale e' decisione che va ponderata e non precipitata. E si tratta di materia che non puo' essere agitata come bandierina per segnare posizioni ideologiche. Rispettiamo chi la pensa diversamente, ma pretendiamo analogo rispetto", conclude l'esponente di Ap. "Ricordo al ministro che il testo e' stato approvato alla Camera 637 giorni fa, con il voto favorevole della maggioranza di governo, compresa la parte da cui proviene Costa", e' la netta replica di Matteo Orfini, che insiste: "Direi che 637 giorni di riflessione possono essere sufficienti per decidere di riconoscere un diritto negato. E che in nessuna parte del mondo si potrebbe definire "precipitata" una decisione presa con questa lentezza. E' tutto abbastanza semplice: dobbiamo solo essere conseguenti a un impegno assunto insieme".

Mdp condivide la battaglia dei dem, e la capogruppo al Senato, Cecilia Guerra afferma: "Su questo tema non sono accettabili tentennamenti o passi indietro". Ma i voti dei bersaniani non sarebbero comunque sufficienti a far passare il provvedimento se Ap davvero si sfilasse.

 

Ius soli: Brunetta, fiducia? Ma Renzi vuol far cadere Gentiloni?



"#IusSoli Fiducia sarebbe schiaffo maggioranza a Parlamento. Strana accelerazione, Matteo Renzi vuol far cadere Paolo Gentiloni?". Lo twitta Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

"Se Gentiloni mettera' la fiducia sullo Ius Soli corre il serio rischio di andare a casa. Non per noi che siamo all'opposizione e abbiamo detto con chiarezza e limpidezza che voteremo contro, anzi abbiamo aggiunto che proporremo un referendum abrogativo, ma per le fibrillazioni all'interno della maggioranza". Ha spiegato Brunetta, intervistato da "Radio Radicale". "Lo Ius Soli - ha proseguito - non lo vota nemmeno il partito di Alfano, oltre che parti rilevanti della maggioranza, come il Sudtirolel Volkspartei, che al Senato ha il suo peso. Chi vuole lo Ius Soli in questo momento? Dopo Tallin e Varsavia, con l'Europa sbatte le porte in faccia al nostro Paese sugli sbarchi, e noi diamo questo segnale: venite, venite che prenderete anche la cittadinanza. E' una follia, un'azione da irresponsabili. Il Paese non vuole lo Ius Soli, non lo vogliono le forze politiche, l'unico che lo vuole e' Renzi, probabilmente per far cadere Gentiloni", ha ribadito.



Ius soli: Lupi, Pd provoca. Perche' fiducia, dov'e' la fretta?



"Il partito Democratico piu' che ad attuare il programma di governo, di cui esprime il presidente del Consiglio oltre che costituirne il perno della maggioranza, sembra da tempo dedito alla provocazione". Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Alternativa popolare "Il suo presidente, Matteo Orfini, si e' fissato sul fatto che la legge sullo ius soli debba essere approvata entro il mese di luglio. E pur di riuscirci chiede con insistenza che su questo provvedimento, che e' di iniziativa parlamentare e non e' nel programma del governo, venga messa la fiducia. Non una, ben quattro volte! A chi gli chiede il perche' di tanta fretta risponde che 637 giorni di riflessione su questa legge sono abbastanza. Potrei rispondergli che 872 sono di piu', tanti sono infatti i giorni che il ddl sulla concorrenza ha accumulato in attesa di diventare legge, e ancora non c'e' riuscito per i continui rinvii del Pd", osserva. "Quello sulla concorrenza e' un provvedimento ben piu' urgente oggi: e' nel programma del governo ed e' un impegno che l'Italia si e' presa in Europa. Lo aspettiamo dal 20 febbraio 2015. Orfini vuole che il Senato ne parli in questo mese di luglio o preferisce imporre a colpi di fiducia una legge in una materia delicata come la cittadinanza, che ha implicazioni culturali significative e un deciso impatto sociale? Su una materia come questa Orfini vuol concedere al Parlamento di discuterne ancora o ha deciso lui che e' arrivato il tempo di cassare ogni discussione? Dobbiamo fidarci di lui che va bene cosi' o possiamo discuterne liberamente in Aula? Se lo ius soli viene approvato a forza in luglio o dopo un argomentato dibattito in settembre, che cosa cambia per le urgenze del Paese? C'e' un detto siciliano che forse ben spiega questi continui tentativi del Pd di forzare la volonta' del Parlamento: la fissazione e' peggio della malattia", conclude.

 

Ius soli: Renzi, nessuna divisione Pd-governo

 

Matteo Renzi assicura che "non c'e' nessuna divisione tra l'azione del pd e del governo. Questo film non funziona" sul dossier Ius soli. Il segretario Dem, presentando il suo libro 'Avanti', assicura che "il dibattito sul provvedimento, e sugli altri, vede la totale corrispondenza pd-governo". Dunque, la fiducia "decidera' il governo come, quando e se metterla".

 

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