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La nomina di Koyo Kouoh a Venezia fatta dalla destra che fa arrabbiare la destra

Il cda della Biennale ha scelto la Kouoh, origine africane ed esponente della cultura "Sofi" scatenando malumori dentro la maggioranza

Da Sangiuliano a Giuli, ecco Koyo Kouoh, la nuova spina nella cultura di destra 

"Non c'è niente da fare. Sulla Cultura sappiamo solo farci del male...". Nella confessione a denti stretti di un parlamentare della maggioranza raccolta da Affaritaliani tutti i dubbi ed i malumori dopo la nomina fatta ieri dal cda della Biennale di Venezia di Koyo Kouoh a direttrice del Settore Arti Visive, con l'incarico di curare la 61^ Esposizione d'Arte. Nomina voluta da Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale, considerato uomo di cultura vicino alla destra, con la seguente spiegazione: "Con questa scelta la Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo; essere la casa del futuro".

Chi è Koyo Kouoh

Camerunense di nascita, cresciuta in Svizzera, direttrice per anni dello Zeitz Museum of Contemporary Art di Città del Capo (Sudafrica) Koyo Kouoh da sempre è esponente della filosofia Sofi e crede in un mondo fatto di "movimento" di popoli, culture, migranti. Una delle donne simbolo della cultura senza confini, senza limiti, come realtà al di sopra di ogni cosa e che unisce tutto e tutti. 

Concetti che vanno un po' in contrasto con certe posizioni della maggioranza di centrodestra che da ieri discute sulla scelta della Biennale, a denti stretti. "Già il fatto che la sinistra esulti per questa nomina - ci ripete il parlamentare - dimostra che se dal punto di vista culturale sia una scelta giusta dal punto di vista politico è un autogol. Davvero non c'era qualcuno altrettanto valido e competente un po' più vicino alle nostre idee e posizioni?".

Dubbi analoghi a quelli di altri esponenti del centrodestra che però dall'alra parte sottolinenao come Buttafuoco con la sua scelta libera dimostri come a destra non ci sia alcun disegno di occupazione di poltrone di ogni tipo, comprese quelle della cultura.

La Maledizione della Cultura

Di sicuro immaginiamo che Giorgia Meloni tutto poteva pensare tranne che di avere proprio nel mondo della cultura una delle principali spine del suo esecutivo. Dal caso Sangiuliano alle polemiche per la nomina di Giuli come successore dell'ex direttore del Tg2 alla vicenda della Biennale sembra che il Ministero della Sultura ed i suoi rami sappiano solo raccogliere spine, guai e polemiche. "Mi sa che alla fine - chiude il parlamentare - non c'è nulla da fare: la cultura è una cosa di sinistra. Punto...".

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