Politica
L'eterno ritorno di Rosy Bindi: dal buen ritiro rottama definitivamente il Pd
Gli alternativi, gli intellettuali radical –chic, i maître à penser della Sinistra hanno fiutato l’aria e hanno capito che c’è trippa per gatti
L'eterno ritorno di Rosy Bindi
Rosy la furba, Rosy la scaltra, Rosy che non c’era più, ma anche, purtroppo, Rosy per sempre. “La signora Bindi più bella che intelligente”, come la definì perfidamente Silvio Berlusconi, è tornata. Speravamo di essercene liberati per sempre con la XVII legislatura ed invece eccola lì rispuntare ad ogni occasione buona per lucrare qualche vantaggio. Simpatica come una locusta liofilizzata, sembrava essere andata in pensione -che poi a 71 anni sarebbe pure ora- ed invece eccotela lì ricicciare come un Tabacci qualsiasi, eccitata come un maritozzo alla panna per la ghiotta occasione di rificcarsi dentro la politica dopo essere stata per ben anni cinque una semplice “umarella” donna che dava consigli agli operai nei cantieri edili toscani.
E per una opportunista come lei l’occasione era troppo ghiotta per mancarla: il segretario del “suo” Pd, di cui è anche stata Presidente dal 2009 al 2013, annunciava la sua ennesima débâcle elettorale e prenotava un biglietto per tornare ad insegnare alla Sorbona di Parigi. Ed ecco che lei dai già freddi appennini toscani, compulsando il cellulare, tra un “sposta il muro più a destra” e un “tu non poltrire” –per l’occasione aveva anche imparato il rumeno- elargito ai muratori, si è sintonizzata su Roma e ratta e lesta ha ammollato una prima intervista ballon d’essai a La Stampa rendendo noto di far parte di una non meglio precisata congrega “cattolica” di intellettuali progressisti che chiede lo scioglimento del Pd.
“Siamo elettrici (sic nel comunicato Ansa) ed elettori che - nella differenza delle proprie culture, storie politiche e civili - di fronte al risultato elettorale, sentono l'urgenza di incoraggiare un confronto aperto tra tutte le forze di sinistra e di progresso del Paese". A parte il refuso freudiano umarellico di definirsi “elettrici” invece di “elettrici” l’intento è chiaro. Gli alternativi, gli intellettuali radical –chic, i maître à penser della Sinistra, da bravi trinariciuti dotati appunto di ben tre narici, hanno fiutato l’aria e hanno capito che c’è trippa per gatti che poi i felini sarebbero loro. E così giù firmone degli immancabili Gad Lerner e “Tomaso con una sola emme” (che fa fico) Molinari.
Il comunicato prosegue con un: “La sonora sconfitta delle forze democratiche ci accomuna tutti, compreso chi fosse tentato di consolarsi con il buon risultato della propria lista. È ora di una ‘radicale discontinuità’ sia al Pd che al M5s”. Insomma siamo di nuova alla “Cosa” di Nanni Moretti che però almeno allora era appunto una “cosa seria” mentre questa volta sembra una via di mezzo tra un tentativo di fottere ulteriormente Enrico Letta e l’altro di pararsi le terga con una sorta di “soccorso bianco – rosso” in vista di una temuta rappresaglia governativa della vincitrice Giorgia Meloni.
Intervistata dai media amici come Carlo Tecce de L’Espresso, non ha rinunciato, come insegnato dal suo maestro Aldo Moro, quello delle “convergenze parallele”, a bistrattare la logica di Aristotele e in particolare il fondamentale principio di non contraddizione dichiarando: “Il Pd è nato troppo tardi e troppo presto”. “E perché?” ha chiesto giustamente il giornalista. Al che “Rosy per sempre” ha emesso un curioso grugnito in cui un attento ascoltatore avrebbe potuto dedurre un nome, forse “Proli”, ma più verosimilmente la pasionaria si riferiva a Romano Prodi. Poi ha esplicitato un chiaro e netto editto da impero bizantino con Ravenna come capitale: “Il Pd si sciolga”.
Oh, sbrigatevi a darle retta, scioglietevi all’istante che lo ha detto “Mary per sempre” Bindi. Fatevi atomi, fatevi molecole solubili ed obbedite docilmente alla chimica dell’editto ella pasionaria bianca. Ma Bindi chi? Dirà qualcuno ancora avvezzo all’arte di esercitare la propria capacità critica, Rosy che distrusse la sanità pubblica introducendo l’intramoenia? O la Rosy che girava con i macchinoni tipo Porsche, sgommando dietro a Montecitorio? Fatto invero un po’ strano per una devota baciapile catto – comunista dei tempi che furono. Vuoi vedere che questa scaltra umarella vuole tornare a fare la presidentessa e magari ad acchiapparsi ancora altri soldi pubblici in qualche ministero o ente similare? Ma no, questi sarebbero cattivi pensieri solamente. Ma come diceva il divo Giulio “a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si prende”. Appunto. Rosy per sempre.