Politica

La Boldrini "ce prova"

Giuseppe Vatinno

La Boldrini si candida e "assume" Paolo Attivissimo

 

Come ad ogni consultazione elettorale dai tempi di quando Karl Marx scrisse “Il Capitale” e con inquietante puntualità la cosiddetta “sinistra estrema” dei duri e puri ci riprova cercando di piazzare un prodotto tragicamente sconfitto dalla Storia e dalla storia.

Questa volta però si tratta della Presidente della Camera (niente, in termini di qualità, in relazione alla candidatura sempre nella stessa area politica di Fausto Bertinotti) Laura Boldrini, la pasionaria rossa accusata di essere radical - chic dai più e cioè di essere una ricca che si diverte a fare la povera emarginata ma non è certo così.

Lei ha alle spalle una famiglia potente che vanta anche un presidente dell’Eni (Marcello Boldrini).

Infatti, la giovane pasionaria rossa, invece di entrare in fabbrica come si addice ad una operaia comunista si piazza in organismi internazionali prestigiosi in Onu e Fao fino a diventare Alto Commissario Onu per i rifugiati.

A quel punto la Boldrini fa il Grande Salto in Avanti, un po’ come quelli preconizzati dal maestro Mao e Vendola, ancora lontano dalle gioie paternali seppur non naturali, la candida alla Camera dove viene eletta.

Ma la botta di fortuna (diciamo così) viene quando la sinistra, come da tradizione anch’essa marxiana, comincia subito a litigare e scannarsi per questioni di potere e alla fine si trova un punto di quadra per il delicato ruolo di Presidente della Camera dei Deputati.

Viene eletta lei e da allora niente sarà più come prima.

La Boldrini lancia una incredibile e fastidiosissima campagna sulla declinazione al femminile dei nomi degli amministratori che esaspera addirittura il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che gli fa notare con una certa irruenza che è una “cavolata” e che la rivoluzione di genere passa, semmai, proprio dall’abolizione delle differenze non dalla creazione di nuove come lei si ostina a fare con l’esilarante creazione di improbabili neologismi.

Naturalmente la Boldrini è attaccata giorno e notte sui social media (ed anche su molti media). Come tutti i personaggi pubblici.

Ma lei no, non ci sta ed invece di combattere giustamente gli insulti e le minacce si mette a combattere le “bufale” chiamando a corte un furbo svizzero che ha lasciato l’Italia per non pagare le nostre esose tasse (un bell’esempio di coerenza istituzionale), Paolo Attivissimo, uno che ha costruito la sua carriera lavorativa come anti-bufalaro e che disprezza profondamente i media tradizionali e tutti i giornalisti e vuole mettere bavagli censori alla Rete.

Ce ne siamo occupati qui:

http://www.affaritaliani.it/cronache/paolo-attivissimo-assunto-dalla-boldrinima-le-tasse-le-paga-in-svizzera-456117.html

Questa premessa per fare capire un po’ a chi ne sa poco il quadro della situazione.

Ora la Boldrini sente odore di candidatura, addirittura di premierato e spinta dall’altro radical - chic Giuliano Pisapia (a cui però riconosciamo un buon governo di Milano) sta cercando fastidiosamente di proporsi, un po’ alla Nanni Moretti, “mi si nota dipiù se vengo o non vengo?”.

La Boldrini gongola soddisfatta ma si schernisce vezzosa, “È troppo presto per la candidatura” e giù sorrisoni che però non incantano nessuno.