Politica
Salario minimo, la Cassazione anticipa la politica con una sentenza "storica"

Esultano le opposizioni. Approvato il primo documento dal CNEL con il solo voto contrario della CGIL
Arriva la sentenza della corte di Cassazione: ecco cosa ha deciso sul salario minimo
La Corte di Cassazione ha pronunciato una sentenza di straordinaria portata, già accolto dalle opposizioni come un evento "storico", riguardo al salario minimo. In questa decisione, la Corte ha formalmente riconosciuto l'esistenza del "lavoro povero" e ha stabilito che i giudici sono autorizzati a definire un "salario minimo costituzionale" che debba assicurare al lavoratore una vita "libera e degna". Il punto di riferimento principale per questa sentenza è la Costituzione stessa, con particolare attenzione all'articolo 36, che proclama il diritto del lavoratore a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo impegno lavorativo, garantendo al tempo stesso un'esistenza "libera e dignitosa" per lui e la sua famiglia.
Per le opposizioni è una sentenza decisiva e "storica"
Le opposizioni si uniscono in un coro unanime di plauso per la sentenza pronunciata dalla Corte. L'entusiasmo della segretaria del Pd, Elly Schlein, è ben evidente, dichiarando che "arriva dalla Cassazione, con una sentenza storica, una indicazione che conferma la necessità e l'urgenza di stabilire un salario minimo secondo i principi stabiliti dalla Costituzione. La contrattazione collettiva, specie in alcuni settori, va sostenuta, affinché sia sempre garantito a chi deve lavorare per vivere il diritto a un'esistenza dignitosa". Nel frattempo, i membri del Movimento 5 Stelle nella Commissione Lavoro definiscono la sentenza come "un passo decisivo", sottolineando che essa "esplicitamente afferma che la contrattazione collettiva da sola non può essere sufficiente".
Con una ferma convinzione, il M5S ritiene che l'approvazione di un salario minimo legale sia una tappa imprescindibile, poiché "non possiamo più tollerare che, nel 2023, le persone vivano in povertà pur svolgendo un lavoro". Carlo Calenda, il leader di Azione, insiste sulla rilevanza della sentenza che conferma l'importanza di un salario minimo legale, sottolineando che la Cassazione ha raggiunto un punto che il governo ha evitato finora. Ora, con una nota di urgenza, Calenda esorta a non perdere altro tempo e a dimostrare che la politica è in grado di riconoscere il diritto a una retribuzione dignitosa, un diritto sancito dalla nostra Costituzione.
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Ecco cosa dice il governo
Il governo reagisce alla sentenza della Corte di Cassazione con un commento articolato. La ministra del Lavoro, Elvira Calderone, ha sottolineato che l'istituzione di un salario minimo per legge non dovrebbe dimenticare l'importanza della contrattazione, che ha portato a significativi rinnovi nel passato. Tuttavia, Calderone riconosce anche di "tenere conto dei giudici quando dicono che la contrattazione da sola non basta. Questo è il lavoro che farà il Cnel". In questo senso, ha indicato che il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel) svolgerà un ruolo fondamentale nell'affrontare la questione.
La viceministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha invece criticato l'opposizione politica, suggerendo che questi partiti stiano cercando di trarre vantaggio da un salario minimo per fini di propaganda. Ha lanciato un attacco diretto, sottolineando che l'opposizione, dopo aver governato per oltre dieci anni, non ha fatto nulla di concreto per migliorare i salari dei lavoratori.
In sintesi, il governo reagisce alla sentenza cercando di bilanciare la necessità di preservare la contrattazione collettiva con la consapevolezza dell'importanza di garantire retribuzioni adeguate per i lavoratori.
Gli esiti della prima fase istruttoria
È stato presentato il documento sugli esiti della prima fase dell'indagine sul salario minimo e il lavoro povero, approvato dalla Commissione dell'Informazione con l'opposizione della CGIL e l'astensione della UIL. Il CNEL ha iniziato questo lavoro in risposta alla Direttiva europea 2022/2041 e ha presentato una memoria alla Camera dei Deputati nel luglio scorso, su incarico del Presidente del Consiglio Meloni ad agosto. Il CNEL ha condotto un'indagine approfondita, coinvolgendo anche organismi esterni, consegnando i risultati alla Commissione dell'Informazione. La Commissione ha completato la prima parte del documento, sull'analisi del tema, con la seconda parte sulle proposte che verrà consegnata entro il 6 ottobre. La discussione del documento finale avverrà in Assemblea il 12 ottobre.
Questo significa che mentre la maggior parte dei membri del CNEL ha votato a favore o si è astenuta, la CGIL ha espresso un voto contrario al documento. Questa discrepanza nelle opinioni tra i membri del CNEL potrebbe riflettere divergenze significative sull'approccio al tema del salario minimo