Politica

La Corte allunga la vita al governo. E ora per il proporzionale è fatta

Alberto Maggi e Lorenzo Lamperti

La sentenza della Consulta apre la strada al ritorno del proporzionale. Proprio come voleva la maggioranza

Una telefonata allunga la vita, come diceva il compianto Massimo Lopez in un celebre spot pubblicitario. Ma talvolta la vita può essere allungata anche da una sentenza. E' il caso della decisione della Corte Costituzionale, che regala tempo in più al governo Conte bis bocciando il referendum per l'abolizione della quota proporzionale del Rosatellum, vale a dire l'attuale legge elettorale. La sentenze della Consulta apre la strada al ritorno del proporzionale. Proprio come voleva la maggioranza.

Non a caso Luigi Di Maio ha subito commentato con favore la decisione dei giudici invocando il ritorno al proporzionale per "rappresentare tutti". La vita dell'esecutivo M5s-Pd si allunga perché un "sì" alla richiesta di referendum avrebbe rappresentato uno schiaffo tecnico (l'imposizione di una legge elettorale diversa rispetto a quella con cui si è votato nel 2018) e uno schiaffo politico, vista la direzione diversa del governo in materia.

La sentenza ricompatta la maggioranza ma anche l'opposizione. Matteo Salvini è stato sconfitto, anche se l'aspettava. E ora si proverà a "rivendere" come paladino del cambiamento contro la "casta". E ora, senza il referendum che non era amato da Forza Italia e Fratelli d'Italia, potrà fare più facilmente fronte compatto con gli alleati.  Una linea chiara sin dal primo commento del leader della Lega, arrivata ancora prima delle motivazioni della sentenza: "È una vergogna. È il vecchio sistema che si difende: Pd e 5 Stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica".