Politica
La destra per bene sparita dal Sud
Di Pietro Mancini
"La destra, che l'Italia non ha", ha scritto Ernesto Galli della Loggia sul "Corriere della Sera".
Una riflessione, interessante, che dovrebbe essere fatta anche nel Sud e in Calabria, non solo a Milano, dove il Centrodestra non ha ancora individuato il candidato a Sindaco. Non ci azzeccano nulla, infatti, con le tradizioni dei conservatori, onesti e rispettabili, i peones locali, senza nessuna idea e progetto che non sia quella di mirare a conservare i loro stipendioni e gli strapuntini. E che insultano quanti dimostrano cultura e capacità, rifiutando di omologarsi agli obbedienti personaggetti.
Tace, nel Mezzogiorno, sconcertata ed emarginata dai capi dei partiti, la destra perbene e quella dei progetti, politici e culturali. I berlusconiani non guidano più alcun governo del Sud. Eppure, in passato, ci furono personaggi rispettabili e presentabili, come i missini Tatarella, in Puglia, e Rastrelli, in Campania.
I pochi ex "cacicchi", di dalemiana memoria, rimasti nel Centrodestra si limitano ad obbedire ai portaborse e alla fidanzata di Berlusconi ("tradirà Silvio", Lele Mora dixit!)che non intende perdere tempo con loro... Ad Arcore la "questione meridionale" è stata archiviata. E, sinora, è stato ignorato il monito di don Carlo de Benedetti: "Trincerarsi nel passato significa, semplicemente, disinteressarsi del presente e non progettare il futuro".
Agli ex elettori di An e FI dovrebbero rivolgersi, con intelligenza politica, il Pd di Renzi e tutte le forze del rinnovamento. Sarebbe un errore, non lieve, gettare costoro nelle braccia di Salvini anti-Sud, dei nostalgici del fascismo e del notabilato meridionale, trasformista e senza qualità.