La legge elettorale in Commissione. Il Pd prende tempo e pensa al Consultellum
Stop di M5S e Lega alla rifoma in Parlamento. Forza Italia invita alla "prudenza" e ad andare avanti
Il Pd chiede il rinvio in commissione della riforma elettorale in 'salsa tedesca'. E lo ottiene, con il via libera dell'Aula della Camera. Ma si tratta, nell'ottica dem, di un rinvio per capire il da farsi, non certo - viene specificato - una disponibilita' a riprendere in mano i fili del dialogo con i 4 contraenti del 'patto'. Un modo, insomma, per prendere tempo e aspettare le amministrative di domenica, poi si decidera' il da farsi, e' la linea uscita dalla segreteria dem. Contemporaneamente, pero', per il Pd e' impossibile andare avanti con il patto a 4, perche' "il Movimento 5 Stelle ha ucciso la legge elettorale", affermano all'unisono sia Emanuele Fiano che Lorenzo Guerini.
Quest'ultimo, dopo il vertice al Nazareno, mette in chiaro: c'e' solo il Consultellum. Solo la Lega si schiera apertamente sin dall'inizio contro qualsiasi ripresa del dialogo sulla riforma del sistema di voto, chiedendo di chiudere la legislatura e andare alle elezioni. Il Movimento 5 Stelle e' un po' ondivago: se sin da subito dopo l'incidente in Aula sul voto segreto e i franchi tiratori dice di andare comunque avanti con questa legge elettorale, il sistema proporzionale alla tedesca soprannominato Fianum, nel corso della giornata la linea cambia e si fa piu' dura, contraria al proseguimento della riforma. Il primo a dirlo e' Beppe Grillo in persona ("fatevela da voi la legge, per capirvi serve la neuro"), poi tocca a Luigi Di Maio che sentenzia: "non perderei altro tempo. Le leggi ci sono gia', sia alla Camera che al Senato. Adesso basta, andiamo a votare: questa legislatura finisce qui".
Poco tempo prima, i suoi colleghi di gruppo, come ad esempio Danilo Toninelli, Roberto Fico e Alessandro Di Battista, avevano invece mostrato ampie aperture, almeno nelle dichiarazioni, ad andare avanti con la riforma: "Questa legge puo' andare avanti", ha detto Toninelli. "Noi siamo a favore della legge tanto che la vogliamo estendere a tutta l'Italia", ha rincarato Di Battista. E Lo stesso Di Maio diceva fino a poco fa: "Noi vogliamo approvare questa legge elettorale. A tal punto che se anche ci dovessero essere modifiche dal testo iniziale su cui in commissione avevamo lavorato, i nostri iscritti saranno chiamati a decidere". Infine, Roberto Fico: "uno stop sarebbe incomprensibile". Dunque, al momento si registra una spaccatura netta in Parlamento, con Lega e M5S che dicono basta al tentativo di fare la riforma della legge elettorale, il Pd che prende tempo e rinvia ogni decisione a dopo le amministrative, e tutto il resto delle forze politiche, un fronte trasversale che va da Ap a FI fino a Sinistra italiana, che invece chiede di andare avanti.
Ecco, stando alle dichiarazioni ufficiali, le posizioni dei vari partiti e gruppi in merito alla legge elettorale e alle elezioni anticipate:
- M5S: i pentastellati, prima piu' 'morbidi' e favorevoli ad andare avanti con la legge elettorale, cambiano radicalmente linea e invocano il voto subito. "Fatevela voi questa legge qua", dice Beppe Grillo al Pd. Piu' netto Luigi Di Maio: "non perderei altro tempo. Le leggi ci sono gia', sia alla Camera che al Senato. Adesso basta, andiamo a votare, questa legislatura finisce qui".
- PD: i dem sospendono ogni decisione e chiedono e ottengono il rinvio della riforma in commissione. Dopo le amministrative la scelta finale. "Adesso ci occupiamo di comunali, dalla prossima settimana decideremo il da farsi", ha detto il portavoce del Pd, Matteo Richetti. Ma il coordinatore politico, Lorenzo Guerini, mette in chiaro: "Le condizioni per favorire un accordo non ci sono piu'. Ci sono le sentenze della Corte Costituzionale".
- FI: gli azzurri scelgono la prudenza, "no a drammatizzazioni", e' l'invito rivolto al Pd. Forza Italia accoglie con favore il rinvio della riforma in commissione. E anzi, Silvio Berlusconi richiama il Pd al senso di responsabilita', cosi' i 5 Stelle, altrimenti Renzi si assumerebbe "una grave responsabilita'". - AP e forze centriste: gli alfaniani e le altre forze centriste in Parlamento chiedono di andare avanti con la riforma, introducendo alcune modifiche al testo, e comunque si dicono contrari al ritorno accelerato alle urne. In una nota congiunta tutte le forze di centro affermano: "L'Italia ha un governo efficace e sicuro che non e' certamente messo in discussione dall'esito di una singola votazione parlamentare".
- LEGA: il Carroccio dice stop ad ogni trattativa sulla legge elettorale, chiede a Gentiloni di dimettersi, facendo un decreto per armonizzare le leggi attuali di Camera e Senato e poi si torni subito al voto. "Basta con la farsa", sentenzia il capogruppo Giorgetti. -
- MDP: gli ex Pd ed ex Sel si schierano contro ogni rinvio, e chiedono di andare avanti con la riforma elettorale in Aula, apportando modifiche al testo. E comunque avvertono: "Non accetteremo nessuna forzatura sulla legge elettorale, che sia un decreto o un voto di fiducia".
- SI: anche Sinistra italiana chiede di "non drammatizzare" quanto avvenuto in Aula e di andare avanti con la riforma, cambiandone alcuni contenuti.