Politica

Le campagne politiche del gruppo L'Espresso: dopo Berlusconi tocca a Salvini

Pietro Mancini

il vecchio Scalfari e i suoi discepoli stanno mitragliando "l'infame ministro, fascista e razzista" Matteo Salvini sulla presunta vicenda dei soldi russi

Oggi, con Berlusconi ormai relegato a un modesto ruolo nel "teatrino" politico, il vecchio Scalfari e i suoi discepoli stanno mitragliando "l'infame ministro, fascista e razzista" Matteo Salvini sulla presunta, molto presunta, vicenda di Savoini e altri ex portaborse leghisti.

Il grande "scandalo" degli anni ‘ 70 fu  il cosiddetto ‘"affaire Lochkeed". Una tangentona di 61 milioni di vecchie lire, sborsata, secondo gli inquirenti, dalla società americana per favorire l’acquisto, da parte del governo italiano, di 14 aerei Hercules 130. Furono coinvolti un ex premier e un ex ministro della DC, Mariano Rumor e Luigi Gui, a, e Mario Tanassi, Psdi, già titolare della Difesa.

Nel marzo 1977, il Parlamento votò, in seduta comune, la messa in stato d’accusa dei primi due mentre salvò Rumor. In quell’occasione, Aldo Moro pronunciò un discorso, che merita di essere ricordato ancora oggi: «La Dc fa quadrato intorno ai propri uomini. Non ci lasceremo processare nelle piazze». In effetti, il processo si svolse, secondo le regole di allora per i ministri, direttamente di fronte alla Corte costituzionale, con un unico grado di giudizio. Nel 1979 Gui fu assolto, Tanassi condannato ed espulso dalla politica.

Nel 1989, una riforma costituzionale modificò i criteri dei processi contro ministri ed ex ministri, affidandoli alla magistratura ordinaria, con procedura altrettanto ordinaria. Mai accusato, mai processato, ma condannato a pagare, più di tutti, nonostante gli scongiuri, da buon napoletano, fu il Presidente della Repubblica, il dc Giovanni Leone. Indicato da una forsennata campagna giustizialista- guidata da Camilla Cederna e Gianluigi Melega, sulle pagine de "L'Espresso", diretto da Eugenio Scalfari- come coinvolto nello scandalo, il Presidente fu costretto alle dimissioni, sollecitate dal PCI di Berlinguer, Natta e Napolitano. Nei suoi velenosi attacchi, che oggi definiremmo "fake-news", la Cederna-a sua volta "asfaltata", sul "Corriere della Sera", da Indro Montanelli- non risparmiò neppure i figli di Leone, la cui innocenza fu  acclarata  molti anni dopo....Solo Marco Pannella chiese scusa a don Giovanni...